ORVIETO – Tra aiuti e polemiche. Mentre si aggrava di ora in ora il bilancio dell’alluvione, arrivano le prime misure a sostegno delle imprese e contemporaneamente crescono le accuse contro la mancata allerta. Su questi aspetti si è focalizzato l’incontro che giovedì sera l’amministrazione ha avuto con imprenditori, artigiani, agricoltori e commercianti danneggiati dalla piena del Paglia. Andiamo con ordine, partendo dalle misure a sostegno della ripresa. Stato di calamità a parte, il Comune di Orvieto insieme alla Fondazione Cro e alle altre Fondazioni bancarie umbre sta lavorando alla costituzione di un fondo
Di garanzia di 2 milioni di euro, per attivare prestiti agevolati con le banche locali per complessivi 10 milioni di euro. Per le aziende più seriamente danneggiate – un’80ina è la stima attuale – è prevista la cancellazione o il differimento della quota Imu di competenza comunale. Per beneficiarne, le aziende interessate entro il 18 dicembre dovranno fornire al Comune la quantificazione del danno subito, insieme alla copia del modello F24 relativo alla rata Imu pagata a giugno (anche sottoforma di autocertificazione).
Sulle misure serpeggiano già diverse perplessità. La prima è riferita al dubbio tra la cancellazione e il differimento dell’Imu, perché una cosa è ovviamente essere sollevati dalla tassa, un’altra è beneficiare semplicemente di un rinvio del pagamento. Anche la forma del prestito – è stato fatto notare – non è del tutto tranquillizzante per via degli interessi. Intanto, è stata sospesa la tassa di soggiorno che doveva entrare in vigore da ieri. Di fatto è un rinvio al 2013, per quello che vale, visto che non si tratta propriamente di una tassa dovuta dagli albergatori. Ma nel corso dell’incontro è tornato ad emergere con prepotenza anche il nodo del mancato allarme. L’amministrazione ha fatto quadrato attorno alla Protezione civile attestandosi su una duplice linea: secondo le carte dell’Autorità di Bacino del Tevere l’area investita dalla piena non è esondabile e la piena non era prevedibile perché l’allerta meteo era “moderato”. Apriti cielo. Gli imprenditori contestano su tutto il fronte non foss’altro perche la piena prima di arrivare ad Orvieto tra le 4 e le 5 aveva travolto il ponte sul Paglia all’altezza di Acquapendente. “Purtroppo, data l’eccezionalità dell’evento i sistemi regionali di allarme meteo non hanno consentito la previsione del fenomeno per la sua reale intensità”. Queste a quattro giorni dalla catastrofe le parole dell’assessore all’Ambiente del Comune di Orvieto, nonché geologo di fama internazionale, Claudio Margottini. “In conseguenza di ciò – precisa l’assessore – vi è stato un impatto violento sul territorio dove l’acqua ha invaso aree che secondo le cartografie di inondabilità del piano di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino non dovevano mai essere alluvionate. Durante tutto il fine settimana e per il lunedì mattina, l’allertamento della Protezione civile regionale su Orvieto relativamente alle precipitazioni era classificato come moderato e, dalle 5,03 di mattina, veniva segnalata una fase di pre allarme. Ciò significa che ad Orvieto non c’era la possibilità di prevedere la portata reale del fenomeno”. “Il dato di fatto – aggiunge – è che nella fase di picco transitavano circa 2mila metri cubi al secondo di acqua arrivati in tempi relativamente veloci. La piena del Paglia si è attestata a 9,5 metri sopra il livello di guardia”.
Carte a parte, che quella zona fosse inondabile lo dicono i precedenti, la piena del Paglia negli anni Quaranta e quella del 1960. Solo che all’epoca non c’erano le attività che ci sono oggi previste dai successivi piani regolatori. Tutti aspetti (ivi compresi i lavori di manutenzione del fiume) sui quali oggi gli alluvionati chiedono che venga fatta chiarezza. Anche perché non si ripeta in futuro una simile tragedia, cosa che con il cambiamento delle piogge non è affatto esclusa.
Intanto, ci sono i primi numeri ufficiali del disastro: 80 le aziende più duramente colpite con 40 milioni di euro di danni diretti, 20 gli appartamenti danneggiati. Complessivamente non meno di 50 milioni di danni a cui si aggiungono i 21 milioni stimati dalla Provincia per i danni alle infrastrutture viarie provinciali e al reticolo idrografico.
Da ieri, infine, c’è un conto corrente acceso dal Comune di Orvieto ha acceso presso la Cassa di Risparmio di Orvieto – Gruppo Banca Popolare di Bari un conto corrente pro alluvionati per la raccolta di fondi da destinare ad interventi di prima emergenza. Le coordinate sono le seguenti: IBAN IT55 P062 2025 7100 0000 1000 754 BIC BPBAITR1
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