ORVIETO – A scoprire il corpo, riverso a terra con una siringa accanto, intorno a mezzanotte, è stata la madre. Un’overdose da eroina, tra sabato e domenica, ha stroncato l’esistenza di un trentanovenne orvietano, da tempo nei guai con la droga. A nulla sono valsi i soccorsi del 118. I sanitari hanno cercato di rianimare l’uomo che viveva da solo in un appartamento del centro storico sopra a quello dei genitori. Ma è stato del tutto inutile.
Secondo gli agenti del commissariato intervenuti sul posto, ci sarebbero pochi dubbi sulle cause della morte. Accanto al corpo dell’uomo, oltre alla siringa, sarebbero stati trovati, infatti, anche un cucchiaino e un accendino. Segni inconfutabili del fatto che l’uomo si fosse appena iniettato una dose di sostanza stupefacente. Eroina, con ogni probabilità. Dalla perquisizione effettuata nell’appartamento, sono stati trovati e messi sotto sequestro anche un altro mezzo grammo di eroina, venticinque grammi di hashish, e altre due siringhe che erano custodite all’interno di uno zainetto. Da diverso tempo ad Orvieto non si registrava un’overdose, a dispetto del diffuso consumo di droga testimoniato dalle indagini delle forze dell’ordine.
Del caso si occupa il sostituto procuratore Flaminio Monteleone che ha disposto l’esame autoptico sul corpo dell’uomo. Intanto, la polizia ha avviato le indagini nel tentativo di risalire allo spacciatore che avrebbe ceduto al trentanovenne la dose fatale. Il rischio è, ovviamente, che ci sia in circolazione, una partita di eroina tagliata male e che siano in pericolo altre vite. Già da oggi potrebbero partire gli interrogatori di amici e conoscenti del trentanovenne, operaio saltuario. In questo senso, la polizia sta scandagliando la rubrica telefonica dell’uomo, in cerca di contatti utili alle indagini. La vittima, nota da anni ormai alle forze dell’ordine per essere stata coinvolta in diverse indagine antidroga, era in cura al Sert di Orvieto.