ORVIETO – Meno vino ma di ottima qualità. A raccolta ultimata, pur non avendo ancora la disponibilità completa delle denunce di produzione, il Consorzio Vini di Orvieto traccia un primo bilancio della vendemmia 2012.
Quella che, secondo i dati Assoenologi, andrà in archivio come la vendemmia più povera dal 1950 ad oggi, nell’Orvietano ha fatto registrare un calo della produzione sensibile rispetto al 2011 – tra il 5 e il 10% – e più marcato rispetto al 2010. Con l’effetto che, rispetto alla resa, la produzione si è attestata attorno agli 85 quintali per ettaro a fronte dei 90 quintali per ettaro che erano il limite fissato dal Consorzio Vini di Orvieto per la vendemmia 2012.
Il calo è in linea con il trend nazionale che fatto segnare un meno 8% rispetto al 2011 con un calo della produzione che è passata da 41milioni di ettolitri a 39,3 milioni (dati Assoenologi). La contrazione è stata più forte in qualche regione del Centro Nord con punte del 20% in Toscana. Quanto ai competitor esteri, in Francia e in Spagna il calo della produzione rispetto al 2011 è stato di circa il 15% con punte del 40% per le uve a bacca bianca.
Principali responsabili il caldo e la siccità. Nell’Orvietano a soffrire di più sono state le uve a bacca rossa e le qualità precoci come il Sauvignon e lo Chardonnay. Mentre, per le varietà autoctone come il Grechetto e il Procanico, le poche piogge dei primi di settembre hanno ridato un po’ vigore ai vigneti a vantaggio delle rese. La produzione ha diversamente risentito della stagione anche in base ai suoli. In terreni sciolti e in vigneti che hanno potuto effettuare irrigazioni di soccorso il calo della produzione è stato inferiore alla media. D’altro canto, dal punto di vista qualitativo, il grande caldo e la scarsità di precipitazioni hanno bloccato l’insorgere di malattie, consegnando alle cantine uve sane. In qualche caso, le avversità meteorologiche hanno determinato la comparsa di grappoli spargoli e non uniformi.
“Complessivamente – afferma il presidente del Consorzio Vini Luigi Barberani – nel 2012 la qualità dei vini dell’Orvietano sarà buona per i Rossi, da buona a ottima per i Bianchi”.
“Va da se – prosegue Barberani – che la scarsa produzione sta facendo fibrillare il mercato all’ingrosso di mosti e vini, calmo fino a Ferragosto, oggi alquanto sostenuto, soprattutto per alcuni prodotti come l’Orvieto per i quali c’è una richiesta interessante”.
In sintesi, le contrattazioni dovrebbero evidenziare prezzi in netta crescita rispetto al 2011, con decisi aumenti – dal 15 al 50% – per i Bianchi (in Romagna alcune partite di vini bianchi sono state pagate anche il 50% in più rispetto allo scorso anno). Il tutto in un contesto favorevole per il vino italiano che continua a volare negli ultimi mesi con una
una crescita in valore del 7% (Stati Uniti) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a fronte di una leggera flessione dei volumi.
“In ragione di questi fattori – conclude Barberani – ci auguriamo che finalmente i viticoltori orvietani possano beneficiare di un prezzo più alto per le loro uve e raggiungere così una remuneratività che compensi anche la scarsità di produzione dell’annata”.