ORVIETO – Intanto presenteranno denuncia, poi per l’Appello si vedrà. Le dipendenti della Farmacia comunale hanno accolto come un atto intimidatorio l’azione legale che il sindaco ha deciso di intraprendere nei loro confronti per i danni che si sarebbero determinati nelle case comunali per l’impossibilità di chiudere la vendita del bene (in pendenza del ricorso presentato dalle farmaciste). Se infatti il Comune di Orvieto ha vinto in primo grado al Tar, stanno tuttora decorrendo i termini per l’appello al Consiglio di Stato e l’iniziativa legale decisa dal sindaco nei confronti delle dottoresse ha inevitabilmente assunto il sapore di un “invito” a desistere dall’andare avanti. Di qui la decisione delle dipendenti della farmacia comunale di rivolgersi alla Procura, dopo la delibera approvata dalla giunta che dà il via libera al primo cittadino per adire alle vie legali.
“Tale delibera, già di per sé di particolare gravità – affermano le dottoresse Antonella Albertini, Anna Maria Colucci e Claudia Chiavini – si inserisce peraltro in un quadro complessivo di indebite pressioni esercitate sulle dipendenti della farmacia comunale dirette a farle desistere dall’esercizio del loro diritto fondamentale di difesa, garantito a livello costituzionale ed europeo”. In ragione di ciò le dipendenti della farmacia comunale annunciano che “stanno valutando di esporre tali circostanze alla Procura della Repubblica competente al fine di verificare se in esse siano ravvisabili profili di responsabilità penale”. Insomma, il gioco si fa sempre più duro.