ORVIETO – Rapina all’Icm, il giallo della via di fuga e del secondo portavalori. Due aspetti sui quali a 48 ore dal colpo si sta appuntando l’interesse degli investigatori a caccia dei responsabili della rapina a mano armata con sequestro di persona che si è consumata mercoledì ad Orvieto in pieno centro.
Da dove hanno guadagnato la fuga i due rapinatori con i 320mila euro di refurtiva? E’ un aspetto tutt’altro che secondario nelle indagini perchè se è vero che nel palazzo non ci sono telecamere, allontanandosi a piedi (con o senza valigetta) è possibile che due figure sospette siano passate davanti a qualche telecamera, lasciando di fatto una firma sulla rapina.
E poi un altro giallo, all’apparenza una circostanza inspiegabile: come mai il secondo portavalori che sembra si trovasse, come sempre, sotto al portone dentro al furgone, in attesa del collega, non ha visto i due allontanarsi? Un punto oscuro su cui i carabinieri stanno lavorando.
I militari del nucleo operativo nella giornata di ieri inoltre hanno continuato ad ascoltare le persone che abitano nella zona e quelle che vi lavorano. Non si sa ancora se i due fatti siano da ricollegare, in ogni caso la scorsa settimana nello stesso palazzo era stata forzata la porta d’ingresso di una cantina. In passato, la società era rimasta vittima di altri tentativi di rapina. E proprio per questo i titolari che prima provvedevano da soli al ritiro e al deposito degli incassi dei distributori si sono rivolti negli ultimi anni ad una società di vigilanza. Intanto ieri, con la segretaria ancora sotto choc, lo studio notarile dove si è consumata la rapina è rimasto chiuso. Agli uffici Icm per il prelievo giornaliero dei soldi, invece, si sono presentati tre vigilantes e non più due.