ORVIETO – Per il momento la tassa di soggiorno, da sostituire poi con una tassa di scopo sui monumenti pubblici. La sentenza del Tar del Veneto che ha stabilito l’illegittimità del regolamento del Comune di Venezia sull’imposta di soggiorno, nella parte in cui prevede che albergatori e titolari delle strutture ricettive siano responsabili degli obblighi tributari e della riscossione dell’entrata, non spaventa il Comune di Orvieto. Che intende istituirla lo stesso, in accordo con le associazioni di categoria.
Come? Elaborando insieme un progetto di promozione a cui vincolare i proventi che ne deriveranno. L’assessore al Turismo, Marco Marino ce l’ha già abbastanza chiaro in testa. Innanzitutto, nuova segnaletica in tutta la città. E poi tre nuovi punti informazione in luoghi strategici (all’uscita del casello A1, sul piazzale del Belvedere e a monte o a valle della funicolare) con schermi touchscreen in grado di fornire qualsiasi tipo di informazione al turista, da dove mangiare e dormire, ai trasporti, ai musei, alle farmacie. Il punto informazioni di piazza Duomo farebbe il resto del lavoro più nel dettaglio e con una comunicazione più complessiva. Il tutto con i proventi derivanti dall’imposta di soggiorno e con il contributo di quelli derivanti dagli ingressi del pozzo di San Patrizio. Marino, consultati i dati degli ultimi dieci anni (in costante calo, a detta sua), si è convinto che serve un progetto di rilancio. “Il pozzo è sparito dalla promozione della città. E questo è un grosso errore. Perché il pozzo di San Patrizio, nonostante sia un unicum mondiale, non è il Duomo e se perde per ogni anno, occorre rilanciarlo, perchè torni ad essere il volano del turismo e della cultura orvietana”. E qui si inserisce il progetto del parco del pozzo di San Patrizio di cui si è già detto.
Come nel caso del palazzo dei Congressi, dal punto di vista delle gestione, il pozzo è attualmente in una fase transitoria. A giugno è scaduta la convenzione con Sistema museo che sta continuando a gestirlo fin tanto che il Comune di Orvieto non prenderà una decisione sul suo affidamento. Ma per tornare alla tassa di soggiorno, l’assessore Marino è altresì convinto che troverà le giuste sinergie per far digerire l’invisa tassa agli albergatori. Anche perché diversamente la recente sentenza del Tar del Veneto: è illegittimo del regolamento del Comune di Venezia sull’imposta di soggiorno, nella parte in cui prevede che albergatori e titolari delle strutture ricettive siano responsabili degli obblighi tributari e della riscossione dell’entrata. In pratica non spetta agli albergatori svolgere il ruolo di sostituto d’imposta. Al momento la tassa ad Orvieto è stata varata dal consiglio comunale anche se, ad oggi, non è stato definito il quantum. Gli importi saranno stabiliti dopo la fase di concertazione in atto con le categorie interessate. Una tassa, comunque, che l’assessore immagina come provvisoria, perché dietro c’è già un altro progetto che preme. Quello di finanziare la promozione turistica tramite un diverso modo di corrispondere i soldi per l’ingresso ai monumenti. In altre parole, Marino pensa ad una carta unica dei monumenti pubblici su cui “caricare” in maniera simbolica una piccola tassa di scopo. Ma in questo caso il progetto è ancora in nuce.