ORVIETO – I sindaci dell’Orvietano in difesa del Crescendo. Dopo la richiesta di scioglimento dell’ente avanzata dal sindaco di Orvieto Toni Concina serrano le fila i sindaci dell’Orvietano. “Nessuno vuole negare le difficoltà di quest’ente – affermano i sindaci che appoggiano la soluzione individuata dal presidente di derogare la questione alla Regione – la pesantissima congiuntura ha prima rallentato poi bloccato gli insediamenti produttivi – affermano i sindaci -. Oggi le aree programmate dai Comuni soci in tempi di crescita e realizzate dal Consorzio stentano a partire. Ma bisogna pure ricordare l’ostruzionismo del centrodestra che, se da una parte rallentava e bloccava le urbanizzazioni sul nostro territorio all’altra, sotto la regia di Francesco Storace, disseminava di aree industriali e artigianali le zone di confine tra Lazio e Umbria”.
“Sul Crescendo – aggiungono gli amministratori – Concina e il Pdl perseverano in un atteggiamento ambiguo e sconcertante. Da una parte denunciano il mancato coinvolgimento dei privati, dall’altra ostacolano in ogni modo il progetto di insediamento industriale sull’area di Bardano per il quale lo stesso Crescendo ha richiesto al Comune di agevolare e consentire tale coinvolgimento passando dall’attuazione pubblica a quella privata”.
Di seguito la nota diffusa dai sindaci PD in versione integrale
“Due fallimenti ogni tre giorni…” è la recente denuncia della Unioncamere regionale a riprova dalle più grave e difficile crisi economico-finanziaria del dopoguerra. In Umbria, nel 2011, 185 aziende hanno portato i libri contabili in tribunale. La percentuale regionale dei disoccupati tocca il 9,1% mentre il numero degli umbri in cassa integrazione sfiora le 30mila unità di cui la metà a zero ore. E non parliamo della situazione nazionale ed europea.
Nonostante tutto questo, Concina e il PDL di Orvieto hanno trovato la soluzione per la ripresa: la chiusura del Consorzio Crescendo!
Nessuno vuole negare le difficoltà di quest’ente: la pesantissima congiuntura ha prima rallentato poi bloccato gli insediamenti produttivi, lasciando sul campo aspettative che pure venivano sollecitate da imprenditori e imprese. Oggi le aree programmate dai Comuni soci in tempi di crescita e realizzate dal Consorzio stentano a partire. Ma bisogna pure ricordare l’ostruzionismo del Centrodestra che, se da una parte rallentava e bloccava le urbanizzazioni sul nostro territorio dall’altra, sotto la regia di Francesco Storace, disseminava di aree industriali e artigianali le zone di confine tra Lazio e Umbria (Orte, Castiglione in Teverina, Bagnoregio, Montefiascone, Acquapendente).
Ci sono progetti imprenditoriali anche importanti presentati al Crescendo sulle proprie aree che faticano ad attivare i finanziamenti bancari necessari, e ciò nonostante il sostegno e le garanzie del sistema pubblico regionale. Il clima complessivo di incertezza non stimola le imprese ad investire. Tuttavia, contribuiscono alle difficoltà anche gli atteggiamenti strumentali del Comune di Orvieto il quale, da un paio di anni, di fatto impedisce al Consorzio di investire sull’area industriale di Orvieto. Una impasse che va annoverata tra le maggiori cause delle difficoltà finanziarie dell’ente consortile che, è bene ricordarlo, ha chiuso il bilancio 2011 in attivo ed ha un patrimonio in grado di coprire abbondantemente i mutui bancari attivati nel corso degli anni.
Sul Crescendo Concina e il PDL perseverano in un atteggiamento ambiguo e sconcertante. Da una parte denunciano il mancato coinvolgimento dei privati; dall’altra ostacolano in ogni modo il progetto di insediamento industriale sull’area di Bardano per il quale lo stesso Crescendo ha richiesto al Comune di agevolare e consentire tale coinvolgimento passando dall’attuazione pubblica a quella privata. Si tratta di modificare il piano attuativo così da consentire al Consorzio di aprire un bando pubblico, già pronto da tempo, al fine di selezionare imprenditori privati che urbanizzino l’area e accompagnino l’insediamento delle attività in stretto raccordo con l’ente. Una soluzione praticabile e utile, che eviterebbe al Crescendo sia il peso di un’ulteriore esposizione finanziaria per l’urbanizzazione diretta, sia di recuperare il milione e mezzo di euro sborsato per l’acquisto dei terreni.
Perché allora questo atteggiamento ostruzionistico? Si vuole ad ogni costo dimostrare l’inevitabile necessità del fallimento?
Ma non e’ stato proprio il Comune di Orvieto il maggiore beneficiario del Crescendo con investimenti di oltre 4 milioni di euro tra la ristrutturazione dell’immobile ex Mabro, la realizzazione delle reti wireless e wi-fi e l’acquisto dell’area per l’ampliamento della zona industriale di Fontanelle di Bardano?
Chiarito l’atteggiamento precostituito di Concina e PDL, sul futuro dell’ente la discussione è aperta. E bene hanno fatto i soci, in occasione dell’ultima assemblea, a chiedere all’Assessore allo Sviluppo Economico Vincenzo Riommi un confronto sulle strategie e sugli intendimenti della Giunta regionale in merito al ruolo di questi strumenti di sviluppo territoriale all’interno della più vasta riforma endoregionale. A nostro avviso, dentro il processo avviato di riorganizzazione, snellimento e razionalizzazione del sistema pubblico, anche i consorzi industriali (4 in Umbria) necessitano di un ripensamento, come già avvenuto per Ater, Apt, Arusia, Comunità Montane, Ati e ASL.
Le costituende Unioni Speciali dei Comuni possono benissimo assolvere alle funzioni di programmazione e promozione di politiche per lo sviluppo, come la gestione delle aree industriali potrebbe andare direttamente in capo a Sviluppumbria che, già oggi, detiene il 40% delle quote consortili a cui, prossimamente, si sommeranno anche il 10% della Comunità Montana ed il 25% della Provincia.
Un percorso che, a quanto ci risulta, dovrà contribuire a definire i prossimi provvedimenti della Giunta Regionale. Un percorso corretto e concreto, che tiene conto del contesto, dei tempi e delle esigenze dei territori. Cosa diversa sono le sparate demagogiche di chi, ormai da tre anni al governo della città, non ne ha ancora azzeccata una e preferisce insistere sull’avvilimento di Orvieto, disattendendo le speranze di un recupero di prestigio della città.
Riteniamo pertanto utile accelerare il confronto con la Regione per decidere rapidamente sul futuro dell’ente e, al contempo, rinnovare le cariche per impedire un blocco operativo con ripercussioni negative su tutti i soci.
I Sindaci PD dell’Orvietano