ORVIETO – Dal tessile ai lavori socialmente utili. Saranno reimpiegate così alcune operaie dei fallimenti del tessile orvietano, Grinta in testa. Il tutto a partire dal primo di ottobre. Ad essere reimpiegate saranno diciassette unità lavorative: sedici donne con qualifica di operaie e un uomo con qualifica di impiegato. Il Comune infatti, come previsto dal decreto legislativo in materia, ha deciso di ricorrere alle liste di mobilità per far fronte all’esigenza impellente di lavoratori socialmente utili. Il decreto, come noto, prevede, appunto “l’utilizzo diretto da parte degli enti pubblici dei lavoratori percettori di trattamenti previdenziali” (percettori dell’indennità di mobilità). Quindi l’amministrazione comunale ha inoltrato apposita richiesta al Centro per l’impiego di Orvieto che ha individuato i soggetti in base alla lista di mobilità redatta dall’Inps (ai sensi della legge, il rifiuto immotivato da parte dei lavoratori, comporta la cancellazione dalle liste di mobilità e la perdita della relativa indennità). Le diciassette unità lavorative saranno impegnate in attività socialmente utili compatibili con la loro qualifica, prevalentemente nel settore manutentivo e del decoro urbano.
Settori nei quali l’amministrazione è in grande affanno, dopo il mancato rinnovo di due anni fa della convenzione con la cooperativa Carli (tramite la quale erano stati stabilizzati i lavoratori socialmente utili) e ancor più quest’anno con la tardiva approvazione del bilancio preventivo. Proprio ieri mattina in Comune si è svolto un incontro tra il sindaco Toni Concina i responsabili del settore dell’organizzazione del personale e i diciassette lavoratori. Nell’incontro sono state spiegate anche le modalità e le condizioni di utilizzo. Il tempo lavorativo di ciascuna figura, infatti, sarà quantificato infatti in proporzione tra la indennità di mobilità effettivamente percepita e lo stipendio della qualifica corrispondente nella pubblica amministrazione, con un minimo comunque di venti ore settimanali per ciascun lavoratore. Si tratta in pratica di un’operazione a costo zero per il Comune di Orvieto, se non vengono superate le venti ore settimanali. Nei prossimi giorni, i lavoratori saranno sottoposti a visita da parte del medico del lavoro del Comune, e riceveranno le informazioni sulle procedure per la sicurezza del lavoro e sulle mansioni che andranno a svolgere. Per rendere servizio poi a partire dal primo di ottobre.
Intanto nessuna novità sul fronte di un reimpiego dei lavoratori della coop Carli mandati a casa due anni. Anzi nei giorni scorsi, con la cassa integrazione esaurita, ci sono stati quattro licenziamenti per riduzione “commesse” da parte del Comune di Orvieto. Resta drammatica anche la situazione del tessile dove – reimpieghi a parte – si contano trenta operaie in cassa integrazione straordinaria con la Mmanifatture ferma e altre sessantacique operaie in mobilità con il fallimento Grinta, azienda chiusa ormai da tre anni