ORVIETO – Mentre va avanti a passo spedito l’iter di approvazione definitiva per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie (il tribunale orvietano non è neanche inserito tra le 12 sedi che la Camera ha chiesto di salvare), Orvieto rischia di perdere un altro importante servizio. Si tratta stavolta degli uffici dell’Agenzia delle Entrate che potrebbero essere chiusi per effetto del decreto legge di recente approvazione sull’efficientamento, valorizzazione e dismissione patrimonio pubblico. L’ennesimo provvedimento in tema di spending review, varato il 27 giugno scorso, prevede la chiusura per quegli uffici decentrati che abbiano “sede in provincie con meno di 300mila abitanti, ovvero aventi un numero di dipendenti in servizio inferiore a trenta unità, ovvero dislocati in stabili in locazione passiva”. L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Orvieto ricade in tutte e tre le casistiche previste, col risultato che una ristrutturazione se non una chiusura si preannuncia come altamente probabile. Con gravi ricadute non solo su Orvieto ma su tutto il Comprensorio.
L’allarme arriva in maniera unitaria dalle Rsu, dalla Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, nonché dalla Federazione indipendente dei lavoratori pubblici e dal Sindacato autonomo dei lavoratori finanziari. I sindacati segnalano disagi in vista per i residenti. “Gli abitanti a breve, per usufruire dei servizi, saranno costretti a recarsi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Terni e – o Perugia, quindi con la necessità di percorrere circa 160 chilometri tra andata e ritorno – illustrano i responsabili provinciali delle categorie – L’alternativa potrà essere quella di rivolgersi ad un professionista che faccia da intermediario. In ogni caso, di dovrà sostenere un maggior costo per il viaggio e – o per il servizio fornito dal professionista”. E’ per questo che Rsu, Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Filp e Salfi chiedono ai Comuni di avviare da subito una mobilitazione, prendendo posizione in sede di consiglio comunale. E, più concretamente, si rivolgono al Comune di Orvieto per sapere se l’amministrazione fosse disponibile a mettere a disposizione dei locali per gli uffici che si trovano attualmente in un immobile privato in affitto. Facendo venire meno in questo modo almeno una delle condizioni previste dal decreto legge, ovvero quella di essere “dislocati in stabili in locazione passiva”.
Per Orvieto sarebbe un altro duro colpo, sferrato in contemporanea a quello della cancellazione del tribunale che, a dispetto delle proteste e delle levate di scudi, si avvia a quanto pare a diventare presto realtà.
Mercoledì è stato approvato dalla commissione Giustizia della Camera il parere, non vincolante per il Governo, sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
La Camera ha chiesto al ministro di non tagliare 12 sedi. Tra queste ci sono quelle calabresi di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano, in Sicilia quelle di Caltagirone e Sciacca, in Puglia Lucera, Cassino nel Lazio, in Veneto Bassano del Grappa, in Piemonte Pinerolo e Mondovì. Non figura invece Orvieto che pare ormai abbandonata al proprio destino.