ORVIETO – Un impianto obsoleto con manutenzione carente. Ecco cosa c’è dietro la giornata di black out elettrico vissuta mercoledì dall’ospedale di Orvieto con gravi disagi per medici e pazienti. A dare una prima spiegazione delle cause (di cui comunque si è tuttora alla ricerca) è stato ieri mattina il direttore generale della Asl 4 Vincenzo Panella, presente al Santa Maria della Stella durante tutta l’emergenza. E’ evidente che un ospedale non dovrebbe andare in crisi perché, banalmente, per un guasto alla rete elettrica, come è successo mercoledì mattina, va via luce. Cosa non ha funzionato, dunque, al Santa Maria della Stella per far scattare l’emergenza che si è invece determinata? Non hanno funzionato due su tre dei cosiddetti gruppi di continuità (era noto il funzionamento anomalo di uno solo su tre) che avviano i gruppi elettrogeni, in caso di assenza di elettricità. Risultato: operazioni chirurgiche rinviate (fortunatamente non ci sono state urgenze) e pazienti della terapia intensiva monitorati a vista anziché dalle macchine. Oltre a molti altri disagi, soprattutto in dialisi e cardiologia. Il tutto per mezz’ora. Nel pomeriggio però, nel corso di verifiche per testare il funzionamento della rete, si sono evidenziati nuovi problemi con un black out di ben due ore. E un’emergenza che complessivamente è andata avanti fino alle 22. Presenti la ditta a cui è esternalizzata la manutenzione e altri tecnici fatti intervenire da fuori. Ieri tutto regolare, con l’attività di sala operatoria che è ripresa normalmente.
A bocce ferme, sono due le criticità più grosse che sono emerse. La prima è nell’impianto in sé, vecchio di 12 anni e realizzato senza tutti i criteri di prudenza e sicurezza di un impianto moderno. Non c’era ad esempio (è stato realizzato soltanto ieri) il sezionamento dell’impianto che assicura un maggior grado di sicurezza (una sorta di secondo salvagente) ai reparti dell’emergenza: sale operatorie, cardiologia, terapia intensiva e dialisi. Ma non solo. La cosa che, al momento, appare più grave è che gli interventi di manutenzione preventiva e periodica – come riferisce Panella – da tempo non venivano effettuati. Per questo la Asl ha disposto l’acquisizione di tutti i verbali dei controlli per capire se e dove siano ravvisabili delle responsabilità. Contemporaneamente, viste le circostanze e visto che l’appalto per la manutenzione è in proroga, si procederà ad una nuova gara per l’assegnazione della manutenzione, gara nell’ambito della quale dovranno essere presentate proposte per una messa in sicurezza dell’impianto.
Insomma, Panella non nasconde la gravità di quanto accaduto così come la volontà di andare fino in fondo nel capirne i motivi e le responsabilità.
In ospedale, intanto, il clima continua a non essere dei migliori. Una vicenda parla da sola. Quella degli elettromagneti che in questi giorni, finalmente, sono stati montati nelle porte tagliafuoco del nosocomio. Molti sono già fuori uso, scardinati dalla parete. Il direttore generale non esita a denunciare la cosa come atto vandalico se non addirittura sabotaggio.