ORVIETO – Taxi e abusivismo, una piaga mai risolta ad Orvieto. Dopo le proteste dei tassisti di due anni fa, stavolta a tornare la carica è la federazione regionale di Uritaxi. L’associazione di categoria denuncia un fenomeno dell’abusivismo dilagante, per giunta nella totale indifferenza delle istituzioni e delle autorità preposte ai controlli. Il fenomeno ad Orvieto sarebbe strettamente legato al turismo. “Sono proprio i turisti – sostiene Andrea Cappella della federazione Umbria di Uritaxi – che vanno letteralmente a caccia di abusivi, personaggi che hanno affinato le proprie tecniche, non offrendo più di nascosto e timidamente il proprio servizio fuori dalle stazioni, ma pubblicizzandosi via internet, offrendo il loro servizio a prezzi stracciati direttamente agli alberghi e sfruttando casomai qualche compiacente portiere d’albergo”. Troppo facile, denuncia l’associazione, offrire servizi sottocosto senza pagare le tasse, con le auto senza i requisiti minimi di legge, senza autorizzazione e senza patente conforme.
“In tempi di crisi – prosegue Cappella – tutti si improvvisano tassisti o noleggio con conducente, magari camuffandosi dietro qualche fantomatica associazione sportiva o dietro i servizi di cortesia, offrendosi a determinate categorie, come gli stranieri o gli amici degli amici, tanto loro non denunciano.
Oppure anche essendo regolari prendendo in appalto qualche servizio di trasporto pubblico e poi, per farci la cresta, utilizzano dipendenti non in regola che svolgono il servizio con l’auto privata. Tanto chi controlla?”. Parole gravi quelle del responsabile regionale di Uritaxi come grave sarebbe la condizione dei taxisti regolari “costretti – afferma Cappella – a trasformarsi in sceriffi, fotografando gli abusivi all’opera alla luce del sole che operano senza nessuna remora, fatti che sono stati più volte oggetto di denuncia presso la procura della Repubblica.
Ma poco c’è da fare di fronte all’assenza delle istituzioni, che anche se richiamate al loro ruolo di controllo da parte degli operatori, non si muovono come dovrebbero. Eppure tali soggetti, se si mettessero in campo i dovuti controlli, rischierebbero molto”. Il codice della strada prevede confisca del mezzo, revoca della patente e sanzioni amministrative fino a 6500 euro. “Oltre alle sentenze della Corte Costituzionale che prefigurano anche il reato di illecito guadagno e di evasione fiscale” aggiunge Cappella. E’ per questo che l’associazione di categoria torna a chiedere “alle istituzioni ed agli organi preposti al controllo di attivarsi celermente per porre rimedio ad una situazione che ha raggiunto livelli paradossali dove gli abusivi in servizio lavorano e sono più numerosi dei regolari, i quali a causa di questa situazione si ritrovano in serie difficoltà economiche, per non parlare del danno d’immagine causato alla città di Orvieto”.
“Ci chiediamo – conclude il responsabile di Uritaxi – cosa rilasceranno come ricevuta questi abusivi? Come faranno ad accaparrarsi i clienti dei migliori alberghi? Quale professionalità e serietà potranno mai offrire tali soggetti?”. Il problema era già stato sollevato un paio di anni fa, direttamente dai tassisti orvietani. All’epoca l’amministrazione comunale aveva reagito stizzita, ricordando come il fenomeno dell’abusivismo sia in parte la conseguenza del blocco delle licenze “imposto” dagli stessi tassisti.