ORVIETO – A sorpresa spuntano rivolti orvietani nell’inchiesta condotta dalla procura di Napoli sulla gestione della Biblioteca dei Girolamini nell’ambito della quale a maggio è stato arrestato l’ex direttore, l’orvietano Marino Massimo De Caro per la sparizione di centinaia di volumi antichi. La trama delle indagini che si è allargata facendo salire il numero degli arrestati è arrivata anche sulla Rupe, dove lunedì mattina (ma la notizia è trapelata soltanto ieri) i carabinieri del Ros di Roma hanno arrestato anche un trentaquatrenne orvietano. Contestualmente all’arresto i militari hanno proceduto anche ad alcune perquisizioni all’interno della vettura e presso l’abitazione del trentaquatrenne – S.C. le iniziali –, perquisizioni che hanno portato al sequestro di diverso materiale tra cui alcuni libri.
L’inchiesta è avvolta dal massimo riserbo, al punto che non è dato conoscere, al momento, neanche il reato che viene contestato al trentaquattrenne orvietano che con De Caro condivide la passione per manoscritti e libri antichi, passione alla quale si dedica tramite un’attività di compravendita. Trasferito nel carcere orvietano di via Roma, l’uomo è in attesa di essere ascoltato dai magistrati napoletani che indagano sulla vicenda.
Alle attività di De Caro, ex consigliere comunale di Orvieto e assistente parlamentare del senatore Carpinelli, L’Espresso di questa settimana ha dedicato alcune pagine che raccontano i suoi rapporti con Dell’Utri.