ORVIETO – Prosegue inarrestabile il declino di Orvieto. Dopo la perdita ormai lontana nel tempo della Asl, quella più recente delle caserme, la centralizzazione di molti uffici e servizi e le chiusure di attività ormai all’ordine del giorno (emblematica in questo senso la chiusura a fine mese del più antico negozio di Orvieto, Gli Svizzeri), il tratto di penna che è stato tracciato in un colpo solo su tribunale, procura e giudice di pace è destinato a rappresentare il colpo di grazia per una città ormai in gran parte ripiegata su stessa e privata di quei servizi che fanno la differenza tra un paese e una cittadina.
Il decreto legge sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, approvato venerdì mattina dal Consiglio dei ministri, segna un ulteriore e forse definitivo punto di svolta per il flebile battito cardiaco della città. Le conseguenze della scomparsa degli uffici giudiziari saranno pesanti non solo e non tanto per la categoria direttamente interessata, quella degli avvocati (sono oltre 130 quelli dell’Ordine presieduto da Sergio Finetti), che continuerà comunque ad esercitare a Terni, ma anche e soprattutto per l’indotto. Basti pensare al numero di geometri, commercialisti e professionisti di varia natura che lavorano con le consulenze tecniche del tribunale. E che dire delle attività commerciali che contano sul movimento creato dagli uffici giudiziari: giudici, avvocati e persone chiamate a vario titolo in udienza. Possono sembrare banalità, ma in una città in cui i numeri dell’economia sono decisamente piccoli anche questi sono fattori da tenere in considerazione e in grado di incidere sul tessuto della città.
E non è tutto qui. La perdita del tribunale che è già un depauperamento per se stessa rischia di portare via con se, col tempo, altri servizi, determinando un ulteriore impoverimento di Orvieto. Il primo rischio è che vengano depotenziati tanto la compagnia dei carabinieri quanto il commissariato. E che fine farà la casa di reclusione di via Roma che doveva essere addirittura ampliata? Seguiranno le reazioni di indignazione di ordine dell’avvocatura, amministratori ed esponenti politici. La prima è già annunciata. Per domattina è convocata, infatti, una conferenza stampa della presidenza del consiglio comunale unitamente alla conferenza dei capigruppo e al sindaco Toni Concina per affrontare il problema della soppressione degli uffici giudiziari. In realtà, ultimamente il sostegno istituzionale si era allentato con il rinvio a data da destinarsi della programmata seduta congiunta del consiglio provinciale e comunale, dopo l’incontro con la Regione. Battaglie a parte, rimane il dato di fatto di una città a cui, dopo tanti colpi, resta praticamente solo il Duomo.