di Antonello Romano
Confortato da una ridottissima attività sismica, il Dipartimento della Protezione Civile, che non vuole incorrere negli errori della presunta mala gestio dell’emergenza in Abruzzo, comincia a tenere d’occhio i conti ed a preoccuparsi delle spese sostenute per gestire l’emergenza terremoto in Emilia, posto che, secondo i tecnici del Dipartimento, il costo maggiore dell’intera operazione di assistenza e soccorso, sono stati proprio i campi di accoglienza. Nel pomeriggio di oggi si è svolta in proposito, presso il C.O.C. di Mirandola, una riunione di tutti i capi campo, per avviare, in accordo con i Sindaci dei Comuni interessati, una ricognizione delle diverse situazioni, da definire entro il 23 luglio prossimo, con particolare riferimento a:
1 – numero degli assistiti in ciascuna struttura e sua congruità rispetto al dispositivo di assistenza attivato e ;
2 – previsione dei tempi e modi dell’impegno del Servizio Nazionale di Protezione Civile incaricato della gestione di ciascuna area o struttura.
L’obiettivo è quello di procedere nel più breve tempo possibile alla chiusura di alcuni Campi consentendo il ripiegamento del personale, il recupero delle attrezzature e dei materiali ivi impiegati, laddove possibile l’accorpamento tra aree e strutture esistenti e la riorganizzazione, in forma integrata, di alcuni servizi a partire dalla predisposizione e della distribuzione dei pasti.
A questo proposito, con una temperatura di oltre 35° gradi all’ombra, i volontari del Gruppo Intercomunale della Protezione Civile di Orvieto continuano a svolgere il proprio lavoro per dare da mangiare e da bere alle oltre 150 persone che sono ospitate nel Campo N.6 di Finale Emilia. Domani, per le famiglie di religione musulmana, inizia, peraltro, il periodo del digiuno, detto del Ramadan, parola che in arabo vuol dire “mese torrido” e mai, con il forte caldo di questi giorni, il termine risulta più appropriato. Il Ramadan obbliga gli islamici ad astenersi dal bere, dal mangiare, dal fumare, dal praticare attività sessuali dall’alba al tramonto. Tuttavia, superato detto periodo, i fedeli possono, comunque, cibarsi, bere, fumare e fare sesso, quanto e come gli pare. In questo periodo, ai volontari della Protezione Civile Intercomunale di Orvieto è affidata la gestione del Campo ed in particolare quella della cucina: occorre,infatti, organizzare e ottimizzare la tipologia di pasti distribuiti in orari diversi dal resto della collettività italiana. Prima pasto alle ore 04:00 e secondo pasto alle ore 21:00. Diverso il trattamento per i bambini e per le donne che si trovano in stato di gravidanza o durante il ciclo mestruale per i quali resta invariato lo schema di alimentazione normale con eccezione dei cibi che vengono scartati per motivi religiosi.
“La convivenza con le diverse etnie nel Campo N.6 è comunque ottima“, ci dice Fernando Navetto,uno dei volontari della P.C. di Baschi, responsabile del servizio cucina – “mangiano molto, ma si rivolgono a noi sempre in modo garbato e non si lamentano mai.” Intanto sono giunti al Campo i volontari della Protezione Civile di Orvieto che organizzeranno, in questi giorni, per circa un centinaio di bambini di Finale il gioco educativo “Salva…Gente”, sulla prevenzione dei rischi e sui comportamenti da adottare nelle piccole e grandi emergenze.
Il Campo N.6 di Finale Emilia, gestito direttamente dalla Regione Emilia Romagna per le sue caratteristiche logistiche ed operative, sembra essere destinato a restare in attività ancora per molto tempo.
Resta da capire come verranno risolti dalle Autorità due delicati aspetti dell’assistenza: il collocamento degli alunni delle scuole primarie che non esistono più essendo state distrutte dal sisma e il delicato problema legato al numero di immigrati presenti nei vari Campi , per i quali sono state autorizzate le procedure di ricongiungimento familiare dalle Autorità Italiane. In conseguenza di queste, infatti, laddove oggi viene ospitata una sola persona, nel giro di un mese, potrebbero essere presenti in un numero, non attualmente quantificabile, tutti i componenti del nucleo familiare.
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