di Antonello Romano – Fotografie di Camilla Ballarin
Non siamo né la RAI, né Mediaset, né Sky e tanto meno La7, ma, non per questo, volevamo mancare di raccontarvi una volta tornati appositamente nelle zone terremotate dell’Emilia, come hanno vissuto i momenti precedenti la “finale” di Euro 2012 gli sfollati del Campo n.6 di Finale Emilia, in cui lavorano i volontari della Protezione Civile del comprensorio orvietano insieme a quelli della V.A.B. della Regione Emilia Romagna e dell’Agesci. Sono le 18:40 del 1 luglio 2012. C’è già una lunga coda di persone in attesa davanti al bancone della tavola calda allestita, sin dai primi giorni del sisma, dai Volontari della Colonna Mobile della Protezione Civile Orvietana.
“Stasera la cena è stata anticipata alle 19:00 perché c’è la finale di Euro 2012 tra Italia e Spagna” – ci dice in modo concitato, mentre trasporta un pentolone di pasta, l’infaticabile Francesca Giuliani: 22 anni, studentessa universitaria in Scienze Forestali e Ambientali e volontaria della nostra Protezione Civile dal 2008. Francesca ha sulle spalle un’importante esperienza di “emergenza” vissuta durante il terremoto dell’Abruzzo e più recentemente anche in occasione delle tempeste di neve che hanno colpito Orvieto e i comuni limitrofi. L’anticipo della cena di questa sera è stato annunciato più volte, durante la giornata, anche dagli altoparlanti del Campo. In tutta Italia, ci si organizza per assistere al big-match che vedrà protagonisti gli Azzurri della nostra Nazionale di calcio contro le “furie rosse” della Spagna ed anche qui, nelle zone recentemente colpite dallo scatenarsi delle forze della natura, nessuno intende rinunciare all’emozione di assistere all’inattesa impresa dei nostri azzurri.
Nel Campo n.6 di Finale Emilia sono 234 gli ospiti, suddivisi tra italiani ed extracomunitari e a cui si devono aggiungere i circa 100 volontari che vi prestano servizio. Nonostante il sole sia tramontato, questa sera la temperatura sfiora i 35 gradi e l’umidità nell’aria supera il 95%. Solitamente gli ospiti della tendopoli cenano in fretta per poter fare ritorno nelle tende e rinfrescarsi grazie ai condizionatori d’aria: i volontari ne hanno istallati 51, uno per ciascuna tenda. Per i soccorritori è il timore per il gran caldo il nuovo nemico degli sfollati che sembra aver sostituito quello per il sempre più ridotto sciame sismico.
Dopo l’annuncio dei meteorologi sull’arrivo della nuova ondata di calore, per fronteggiare meglio il caldo asfissiante della bassa modenese, i volontari della Protezione Civile hanno, in pochi giorni, bonificato tutti i sottotenda con l’istallazione di grandi piattaforme in legno e l’apposizione di grandi ombreggianti a copertura di ciascuna tenda. E’ stata ampliata anche la tettoia lignea che copre tutta l’area delle due cucine e della ristorazione gestite dai Volontari della Protezione Civile dell’orvietano . “Dall’inizio dell’emergenza si è lavorato molto qui al Campo n.6” – ci dice Ilario Morandi, il Funzionario Responsabile della Regione Emilia Romagna che coordina la logistica dei vari campi – “sono stati realizzati anche un ambulatorio pediatrico aperto ogni giorno ed una lavanderia automatica dotata di 3 lavatrici e di 3 asciugatrici”.
Stasera, comunque, in tutto il campo si respira l’aria di attesa per la finale di Euro 2012: uno degli psicologi che assistono la popolazione che risiede nelle tendopoli si dice convinto che anche questo può servire a far dimenticare, per qualche ora, il disagio e la paura. Anche nelle due cucine del Campo la temperatura è in ascesa: “questa sera il menu prevede come primo piatto pasta al tonno e per secondo un piatto freddo a base di prosciutto, salame, formaggio e frutta fresca”, ci dice lo chef, Mario Parretti, 58 anni, chiamato un po’ da tutti Marione, a causa della sua corporatura.”Faccio il cuoco solo per passione, perché il mio mestiere sarebbe un altro: sono assessore al Comune di Monteleone d’Orvieto e in passato mi sono occupato di alta velocità, ma la cucina…” – fa una pausa e sorride ammiccando – “… la cucina, però, l’ho sempre avuta nel sangue”. Mario è anche il Responsabile della Protezione Civile di Monteleone d’Orvieto ed anche lui ha vissuto la difficile e complessa esperienza dell’emergenza del terremoto dell’Abruzzo. Dobbiamo riconoscere che Giuliano Santelli e Mario Gaddi li hanno scelti proprio bene i volontari: tutti motivati e con una prolungata esperienza di “grandi emergenze” e i risultati si vedono.
“Ogni giorno” – dice Averino Bonino, aiuto cuoco di 65 anni, ma con uno spirito da ventenne – “ con le due cucine prepariamo e somministriamo circa 900 pasti, tra mattino, mezzogiorno e sera.” Interviene Francesca, che si trova a passare da lì: “Questa settimana aspettavamo i volontari da Umbertide, ma non si sa per quale motivo hanno dato forfait. Ci ritroviamo in tre a dover gestire il servizio e non è per nulla facile. Speriamo che Mario Gaddi e Giuliano Santelli ci inviino altri volontari in aiuto”. Poi, con un piglio d’orgoglio, conclude: “ce la faremo comunque, come sempre!”
A Finale la vita stenta a tornare alla normalità e i Vigili del Fuoco hanno allargato l’accesso alla zona rossa consentendo ai residenti di transitarvi. Qualcuno, che non ha subito danni nella propria abitazione, si è fatto coraggio e ha fatto ritorno in casa. Ma, la maggior parte delle persone vive ancora con la paura che il sisma possa tornare a farsi sentire con la medesima violenza del primo momento e stenta a rientrare nelle proprie abitazioni. Approfittiamo della cena, prima della partita, per avvicinare la signora Jolanda che gestisce il Circolo Culturale all’interno del quale è stato istallato il Campo n.6. Le chiediamo quando pensa di fare rientro nella sua abitazione: “ la casa per fortuna non ha avuto danni – precisa Jolanda – “ ma dalla prima scossa, quando siamo usciti per metterci al riparo, non sono più riuscita a rientrarvi. Quasi ogni giorno vado davanti l’abitazione dicendomi che devo vincere la paura. Ma quando mi ritrovo davanti la porta ho come un blocco. Stamattina sono riuscita a stare per qualche minuto nel garage a piano terra, ma quando ho provato a salire le scale per entrare in casa ho cominciato a sentire il cuore battere forte e mi ha preso un’ansia fortissima e sono dovuta scappare via. Mi torna sempre in mente quel momento in cui c’è stata la prima scossa, fortissima e lunghissima…e mi blocco” – poi la sua voce si strozza e preferisco chiudere lì l’intervista.
Fuori dal campo n.6 una Squadra di Vigili del Fuoco di Brescia hanno creato “Pompieropoli”, un’area ludica dove i bambini si possono cimentare nelle varie attività svolte dai pompieri. Hanno a loro disposizione un modellino di Canadair che può simulare il volo, una piscina, una parete da arrampicata ed una teleferica. Una bella iniziativa che i pompieri hanno voluto regalare ai piccoli ospiti del Campo autotassandosi e costruendo i vari pezzi della giostra con le proprie mani.
Intanto si son fatte le 20:30 e la TV sta per trasmettere gli inni nazionali delle due squadre schierate. L’emozione cresce in tutto il paese, ma nel Campo n.6 si vive un’emozione diversa da quella che si apprezza altrove: un’emozione collettiva che, probabilmente, non è frutto della partita che sta per iniziare… Nella zona mensa, gli occhi di noi tutti, oramai, sono puntati sui tre grandi teleschermi òe cui immagini mostrano che tutto è pronto nello stadio di Kiev: sotto la tettoia, per qualche istante, si fa silenzio … qualcuno dei presenti tira un sospiro per buttar fuori l’ansia e finalmente il fischio dell’arbitro dà il via alla “finale” tra Italia e Spagna.
Nel cuore di tutti, ovviamente, c’è la speranza di farcela e di poter festeggiare la vittoria allo scadere del 90°, ma ci si accontenterebbe anche dei tempi supplementari o dei rigori: tanto la Nazionale ci ha abituato a soffrire prima di ogni vittoria e sebbene sia solo una partita di calcio, l’inattesa vittoria dell’Italia, potrebbe essere anche un conforto, un segnale in più che, proprio quando tutto sembra essere perduto, l’orgoglio, la determinazione e il coraggio, l’hanno sempre vinta su tutto il resto. Il resto è storia e speriamo che sia ancora una “bella storia” per tutti i tifosi italiani, ma, per scaramanzia, non ve la raccontiamo, tanto la leggerete su tutti i giornali di lunedì.