ORVIETO – “Vengo con grande gioia. E’ un ricominciare, ma l’entusiasmo non manca”. Una voce affabile e cordiale, unita ad una risata rumorosa ed aperta è il primo biglietto da visita di monsignor Benedetto Tuzia, da giovedì vescovo eletto della Diocesi di Orvieto Todi. Arriverà ad Orvieto qualche giorno prima del 30 giugno, data fissata per l’insediamento. Nella sua agenda non ci sono ancora appuntamenti o iniziative di rilievo, se non quelle classiche. “Mi metterò in un atteggiamento di ascolto – afferma dal Vicariato di Roma dove l’abbiamo raggiunto – Credo sia questa la prima cosa da fare in un ambiente che non si conosce. Vorrò conoscere ed ascoltare in primo luogo le realtà parrocchiali e i sacerdoti”. Monsignor Tuzia, fino ad oggi vescovo ausiliare per il settore Nord Ovest di Roma, sembra contare molto sulle relazioni, come ha già anticipato l’amministratore apostolico nel dare comunicazione del messaggio del Nunzio Apostolico.
Non a caso le “buone relazioni” che intende costruire “con i sacerdoti e con le persone” sono tra i primi propositi che cita a dispetto degli “aspetti gestionali” che a volte possono essere “faticosi”, dice, motivo per il quale monsignor Tuzia torna a ringraziare l’amministratore apostolico, Giovanni Marra “per il grande lavoro che ha svolto”. Della Diocesi però conosce ancora poco. O forse evita di entrare nello specifico delle problematiche aperte. “Ho trascorso l’intero mio Ministero a Roma, una realtà estremamente variegata. Ma non conosco la realtà della Diocesi. Orvieto invece la conosco da turista. Ci sono stato un paio di volte a trovare qualche amico residente in zona”.
Monsignor Tuzia appare, comunque, consapevole del particolare momento che la comunità di Orvieto e Todi sta vivendo, dopo l’allontanamento di un vescovo che ha lasciato ferite ancora aperte e alla vigilia di un evento centrale come il Giubileo eucaristico concesso da papa Benedetto XVI. “E’ una tappa importante – afferma – più che per l’aspetto organizzativo (monsignor Tuzia ha collaborato all’organizzazione del Grande Giubileo del 2000, ndr) per il carico interiore con cui la comunità arriverà all’appuntamento. E’ su questo aspetto che occorre lavorare cercando di incrementare e portare a compimento questo carico spirituale. Il Giubileo è destinato ad avere una ricaduta forte sulla vita della diocesi, un momento di intensa ricerca e rigenerazione della vita della comunità”. Intanto, continuano ad arrivare messaggi di gratitudine per l’elezione del nuovo vescovo.