ORVIETO – Clamoroso risvolto nella vicenda giudiziaria del vaso antico venduto dall’attuale assessore Marino Marino alla Fondazione Cro e per il quale è adesso indagato per diffamazione l’antiquario Marcello Mencarelli. Dopo l’incidente probatorio, dal quale è emersa chiaramente la datazione dell’oggetto all’Ottocento (come sostiene Mencarelli che in proposito ha affisso manifesti anonimi di denuncia) e non al Seicento (collocazione con la quale è stato venduto l’oggetto), l’indagato ha deciso di sporgere querela per truffa aggravata ai danni della Fondazione e per calunnia a suo danno. Ormai la battaglia legale è tutta attorno all’interpretazione, materiale o ideologica, delle dichiarazioni di Mencarelli. Le accuse nei confronti dell’antiquario muovono infatti d
a quanto scritto nei manifesti anonimi dove si diceva dell’acquisizione di “un vaso di ceramica, epoca fine 800 – inizi 900, di poco valore ad una cifra esorbitante” e di un orvietano che ha incassato “mostrando un certificato di autenticità riconducibile al 600 palesemente falso”. “Sulla mia affermazione – spiega Mencarelli – preme rimarcare che stupisce l’interpretazione riduttiva ed inesatta” avanzata da più parti. “Il falso – chiarisce Mencarelli – può sussistere e dove sia da ricondurre al falso materiale e dove sia da ricondurre al falso ideologico”. E qui sta la differenza con la linea tenuta dall’assessore Marino. “Mencarelli – ha detto Marino chiarendo la sua posizione in risposta al Pd che ne chiedeva le dimissioni – ha avuto il coraggio di accusarmi di avere falsificato il certificato, riconosciuto invece come autentico da chi lo ha emesso. E per me il processo sarebbe finito qui”.