ORVIETO – Timori alla Bigi per possibili tagli al personale. Lo stabilimento orvietano Giv potrebbe essere interessato dalla riorganizzazione interna del personale annunciata dalla presidenza del Gruppo in questi giorni. Nulla di più preciso è dato sapere al momento, né in termini di percentuali, né di numeri. Di certo c’è solo una comunicazione inviata a tutti gli stabilimenti in cui viene messo in discussione il rinnovo del contratto integrativo, subordinandolo al rinnovo del contratto nazionale e si preannuncia una nuova riorganizzazione all’interno del Gruppo per contenere il costo del personale.
I sindacati però – Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil a livello provinciale e regionale – sono già sul piede di guerra. Non foss’altro perché la comunicazione arriva senza che vi sia stato alcun confronto. “Questo non è Giv che conosciamo” commentano i sindacati a questo proposito mettendo in guardia la proprietà contro eventuali tentativi di sottrarsi al confronto sindacale. E’ per questo che i dipendenti sono già in allerta ed esprimono “netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di riduzione del personale del sito di Orvieto”. “Questo – affermano le sigle sindacali – significherebbe di fatto la chiusura di reparti che già operano con una forza lavoro ridotta ai minimi termini, sia nell’azienda agricola, che in amministrazione, all’imbottigliamento e nel reparto vinificazione”. “In questo territorio, colpito duramente dalla crisi, aziende di primaria importanza come il Gruppo italiano vini – fanno notare i sindacati – dovrebbero sostenere lo sviluppo e la crescita di un settore strategico come quello vitivinicolo piuttosto che parlare di riorganizzazione”.
Tanto più che a guardare i mercati, Giv i numeri ce li ha. Il Gruppo ha recentemente presentato un consuntivo 2011 che ne certifica la crescita nonostante la crisi con ben oltre 100 milioni di bottiglie prodotte e un’esportazione in crescita. Anche ad Orvieto, dove la forza la lavoro è di 21 persone, si sta lavorando a pieno regime, come conferma anche il direttore di Cantina, Massimo Panattoni