ORVIETO – Rinviata al 2013, ma ci sarà. La tassa di soggiorno andrà da un minimo di 50 centesimi a due euro, e la pagheranno tutti: alberghi, B&B e affittacamere. Allo stato attuale della trattativa tra associazioni e assessorato al Turismo, è questa l’idea di tassa di soggiorno che ha in mente il Comune di Orvieto. “Bisogna ovviamente attendere le definitive disposizioni della Regione – spiega l’assessore comunale al Turismo, Marco Marino – ma c’è già un orientamento che nasce dalla concertazione che è stata fatta fin qui. D’altro canto nessuno imporrà l’imposta di soggiorno, ci si arriverà di comune accordo con le categorie, anche a costo di spostare il problema in avanti nel tempo. Ma nessuno potrà sottrarsi al confronto”.
Mentre tutte le associazioni di settore – da Confcommercio a Confesercenti passando per Confindustria – continuano a tuonare contro il balzello, Marino rassicura su tempi e modalità. Giusto che a pagare non siano solo gli albergatori, tanto per cominciare. Ed è ecco, quindi, che l’applicazione, se la Regione dovesse decidere di introdurre l’imposta in base alle stelle, dovrebbe essere: 50 centesimi per alberghi una stella, B&B e affittacamere, 1 euro per alberghi a due stelle, 1,5 euro per alberghi tre stelle e 2 euro per i quattro stelle. “Ovvio – specifica inoltre l’assessore comunale – che i flussi in entrata che ne deriveranno non potranno essere impiegati per tappare buchi di bilancio. Cosa che non avrebbe senso, ma per il marketing territoriale di cui Orvieto soffre la totale mancanza”. Altra mano tesa, anche questa, agli operatori. Insomma, sul duro attacco delle associazione di settore Marino tende a minimizzare, interessato a non perdere di vista la trattativa avviata, a dispetto del documento fortemente critico prodotto nei giorni scorsi dalle categorie stesse. Idem sul possibile affidamento del palazzo dei Congressi alla Te.Ma. “C’è un bando già praticamente pronto – afferma Marino – Ma bisogna valutare se ci sia effettivo interesse, per capire eventualmente se sia il caso di prendere altre strade”. Gestione diretta? Forse.
Quello che è certo, sostiene l’assessore, è che non c’è una decisione presa. “Come succede in una sistema democratico di partecipazione, ho parlato con tutti i soggetti potenzialmente interessati chiedendo le rispettive disponibilità ed esigenze, dagli albergatori ai ristoratori, alla associazione Te.Ma., senza tralasciare gruppi internazionali specializzati. Tutti hanno posto delle problematiche. Citerò solo la difficoltà fatta presente dalle realtà internazionali, che ci spinge ad una riflessione seria sul tipo di convegnistica e di gestione del palazzo dei Congressi che il Comune intende perseguire”. Marino non si fa pregare. “Ad Orvieto manca una struttura con 240 posti letto (la disponibilità attuale è di 450) e tre – quattro sale da 80-100 persone. Significa che per realizzare un progetto del genere non basterebbe neanche l’ex ospedale e neanche la sola palazzina comando”. Soluzioni? O c’è la disponibilità di altri pezzi di caserma secondo Marino, (e c’è chi grida allo “spezzatino”), oppure bisogna ricalibrare il progetto in una dimensione più cittadina. Insomma, il bando per la gestione del palazzo dei Congressi sembra destinato ad essere inserito in una progettualità più ampia che coinvolge anche la caserma e che come tale è ancora in alto mare. Che ne pensano, poi, gli albergatori orvietani di una nuova struttura con 240 posti letto, quando l’attuale tasso di occupazione delle stanze è di poco più del 20%?