La VII edizione di Arte e Fede ha voluto dare il suo particolare tributo all’anno di Luca Signorelli. Per questo dopo la mostra didattica multimediale – “Mirabilia, i luoghi dell’apocalisse”, il festival ha proposto un nuovo appuntamento dal titolo “Apocalisse leggere il presente attraverso le immagini di Luca Signorelli”.
A confrontarsi sul tema, nell’incontro di sabato pomeriggio (2 giugno) alla Cappella di San Brizio, il poeta e filosofo Marco Guzzi e Don Fabio Bartoli. Erano presenti anche il presidente dell’Opera del Duomo Francesco Venturi, il vescovo emerito della diocesi Orvieto-Todi Monsignor Giovanni Scanavino e il direttore artistico del festival Alessandro Lardani.
“Sono già programmate una serie di iniziative in occasione del giubileo eucaristico, che vedono la collaborazione attiva dell’Opera del Duomo. È in questo clima di preparazione alla grande festa del Corpus Domini – ha detto Venturi – che si inserisce il Festival di arte e fede, al quale facciamo gli auguri per una grande affluenza”.
“Rinnovo il sostegno morale al Festival. Questo appuntamento con due personaggi chiave può aiutarci a dare una lettura più completa dell’Apocalisse, avvicinandoci con la dimensione del presente”, ha portato il suo apporto all’evento padre Giovanni Scanavino.
Don Fabio Bartoli, parroco nella Diocesi di Roma e assistente ecclesiastico della Comunità Maria del Rinnovamento Carismatico.
“L’attualità del libro dell’Apocalisse – ha detto don Fabio Bartoli – è racchiuso nel suo tema centrale. Siamo infatti prigionieri di una realtà come quella di Babilonia, la città edificata dalla bestia, e dobbiamo ambire a raggiungere quella di Gerusalemme, donata da Dio. Il cuore dell’Apocalisse è un messaggio assolutamente concreto. Giovanni è considerato un mistico, raffigurato come un’aquila eppure il misticismo paradossalmente nasce dalla realtà, è connesso alla politica.
Babilonia è rifugio degli sciacalli e degli avvoltoi, dietro a tanta opulenza nasconde la sua natura di discarica, la sfida moderna è quella di far uscire interiormente tutto ciò che Babilonia rappresenta. La forza del martire cristiano è quella di svelare la vera natura di Babilonia che dietro la sua apparenza nasconde la negatività. È la città dell’inganno e della seduzione. Una società in cui i grandi sono i mercanti è una città senza musica, senza la gioia dell’incontro e del dialogo, senza artigiani al servizio della comunità, senza comunità. Gerusalemme, invece, non costruita dagli uomini ma scesa dal cielo rispecchia la società aperta, viva, trasparente”.
Interessante anche l’apporto di Marco Guzzi, poeta e filosofo.
“C’è un uso commerciale dell’arte, uno storico critico, l’arte che brutalizza la figura umana, e poi esiste una modalità contemplativa di rapportarsi all’arte che la mostra “Mirabilia” ben incarna, insegnando cosa vuol dire nutrire uno sguardo contemplativo e non catturante dell’arte.
Dobbiamo educare noi stessi alla contemplazione, al gusto, porci di fronte all’opera nella speranza che essa comunichi qualcosa su di noi e sul nostro destino. L’opera d’arte è infatti rivelazione di un mondo. Il Signorelli dipinge la cappella all’alba dell’era moderna, il Medioevo sta finendo ed un periodo altrettanto ignoto si sta aprendo.
Ogni crisi epocale evoca il mistero della fine del mondo apocalittica, ad ogni fase di passaggio corrisponde un cambiamento, un grande setaccio, un giudizio universale in cui ci chiediamo cosa resterà del mondo ancora vivo. Il tempo apocalittico è un tempo di rivelazione, in cui le cose vengono meglio in luce. Nel senso storico escatologico c’è dunque una speranza del cambiamento al destino del mero consumatore. Lo sguardo apocalittico ritrova un mondo dove le cose acquistano senso.
La speranza è uno sguardo realistico. Luca Signorelli nella scena dell’AntiCristo rivela elementi apocalittici. Simile per fisionomia a Cristo, è scalzo, ambiguo e parla alla folla, esercita potere politico ma anche militare. L’artista è troppo carnale per essere moralista. Il messaggio che l’Apocalisse porta con se è che il male ha sempre i tempi contati. Siamo tuttora in una fase apocalittica, drammatica ma positiva ma perché finalmente si rivela il cambiamento. Occorre avere orecchie educate all’ascolto per comprendere che l’apocalisse non è solo negativa”.
A chiudere la serata la presentazione del libro di Paolo Giovanazzi “Lucio Dalla, una vita a modo mio” seguita dal tributo musicale al cantautore dagli Sprassolati.