ORVIETO – “Se sono io la causa del disastro del Centro studi, dopo quasi sei anni che ne sono uscito e dopo otto anni dalla mia sindacatura è giusto scoprire chi mente spudoratamente e sta svendendo la nostra città”. E’ questo il motivo che spinge Stefano Cimicchi ad un’iniziativa clamorosa: l’ex sindaco si autodenuncia alla Corte di Conti. Un’arma estrema per salvare quel che resta della sua creatura, perché solo rimettendosi ad un giudizio terzo e imparziale si potrà capire dove sta il “dolo” o comunque il “danno grave” nel processo di distruzione del Csco che sta culminando in questi giorni nel suo trasferimento.
“Il Comune ha deliberatamente mandato in dissesto il Centro Studi – denuncia Cimicchi – non ha gestito il rapporto con Asl e Regione, sulle questioni patrimoniali, non ha dato seguito all’acquisto dell’ex ospedale con i soldi del palazzo della Salute presso la ex Piave, rinuncia a pretendere l’affitto e paga un affitto non dovuto. Infine rinuncia deliberatamente a realizzare il museo della Ceramica avviandosi così a perdere una delle donazioni più preziose della storia della ceramica medioevale”. In tutto questo, Cimicchi è indignato (“sbalordito, addolorato e seriamente preoccupato” afferma in realtà) due volte. Per quello che sta avvenendo e per la totale assenza di denuncia da parte dell’opposizione. E sempre al Pd si rivolge, quando torna ad avvertire quelli che chiama “innovatori” che non si potrà mai innovare nulla senza prima un “chiarimento vero e profondo sul disastro compiuto in questi anni” (leggi swap, Rpo, gestione del patrimonio, Centro Studi e transazione Sao, Comune e ruolo del Comune nella cessione della Sao all’Acea).
Segue il testo integrale dell’intervento di Cimicchi
Dissesto del Centro Studi? Mi autodenuncio.
Se sono io la causa del disastro del Centro Studi, dopo quasi sei anni che ne sono uscito e dopo otto anni dalla mia sindacatura è giusto scoprire chi mente spudoratamente e sta svendendo la nostra città. Io non sono ricattabile! E nessuno potrà indurmi al silenzio. Non parlo o taccio per convenienza. Dico quello che ritengo sia giusto per Orvieto e per la sua storia.
Io ho molta fiducia nella giustizia e nonostante la tempistica (non possiamo però pretendere che essa si sostituisca alla politica) ritengo che esistono dei casi in cui bisogna rimettersi al giudizio di un soggetto terzo!
E’ evidente che c’è molto strumentalismo nelle dichiarazioni pubbliche e nelle battutine che si ascoltano nei corridoi e non voglio più tentare il dialogo con chi non ha nemmeno la percezione di cosa stia facendo e perciò voglio stare ai fatti.
Il Comune ha deliberatamente mandato in dissesto Il Centro Studi, non ha gestito il rapporto con Als e Regione, sulle questioni patrimoniali, non ha dato seguito all’acquisto dell’ex Santa Maria della Stella con i soldi del cd “Palazzo della Salute” presso la Caserma Piave, rinuncia a pretendere l’affitto e paga un affitto non dovuto e rinuncia deliberatamente a realizzare il Museo della Ceramica avviandosi così a perdere una delle donazioni più preziose della storia della ceramica medioevale.
Non sta a me stabilire se ci sia il “dolo” ma il “danno grave” è grosso come una casa.
Sono sbalordito, addolorato e seriamente preoccupato per il silenzio e la sostanziale complicità delle maggiori cariche cittadine su questo argomento (non stupisca l’atteggiamento sulla vicenda del tribunale!) e questa acquiescenza da, purtroppo, ragione agli indefessi guastatori.
Il danno è enorme e basta girare la sera per la città per comprenderlo.
In certi periodi, nei locali pubblici, ci sono solamente gli studenti americani e gli esercenti lo sanno molto bene!
Spero che tutti gli orvietani si mobilitino per costringere il Sindaco a sospendere questa decisione e a riaprire una seria riflessione sul futuro della città.
Per mio conto mi rivolgerò direttamente alla Corte dei Conti per avere giustizia e penso che dovrà dedicare ancora del tempo alla nostra città visto che non c’è una classe politica capace di salvarla dai vandali.
Adesso, oltre al necessario buonsenso, bisognerebbe avere anche un minimo di senso della realtà. Infatti le questioni che noi poniamo da tempo come veri e propri “spartiacque” (Swap-RPO- gestione del patrimonio,Centro Studi e transazione Sao, Comune e ruolo del Comune nella cessione della Sao all’Acea!) terranno occupati i nostri “eroi” per parecchi anni e non capisco come i pd “innovatori” possano avere successo senza procedere ad un chiarimento vero e profondo sul disastro compiuto in questi anni.