ORVIETO – “Dati e percentuali sono senza senso, qui siamo tutti in ginocchio”. Gli operatori commerciali di piazza Duomo contestano i dati raccolti dal Servizio regionale del turismo, relativamente al primo trimestre dell’anno, che descrivono una situazione con percentuali quasi tutte positive. Un settore che torna a sorridere? Qui non ne ha voglia proprio nessuno, tra affari in caduta libera e servizi carenti.
“C’è da chiedersi come vengano raccolti questi dati – afferma una commerciante che vende ceramiche artistiche sulla piazza più visitata della città – E comunque i numeri non descrivono la grave situazione di crisi che viviamo ogni giorno. A fare numeri con le gite si fa presto, bisogna vedere poi questi numeri cosa lasciano in città. Niente, neanche i soldi di un panino. Per non parlare della sporcizia che, in certe ore del giorno, rende piazza Duomo un’indecenza”.
“Registriamo cali spaventosi negli incassi, anche rispetto allo scorso anno che già era stato un anno nero” conferma un altro commerciante. Il problema è la qualità del turismo. “Con gite e giapponesi non si fa neanche un caffè” conferma il titolare del bar accanto. In compenso, in piazza Duomo, da anni orami, i negozianti dispensano informazioni e aprono le porte dei loro bagni ai turisti, colmando in questo modo la lacuna lasciata dai servizi pubblici corrispondenti. “Ma dove si è mai vista una città turistica dove i bagni pubblici e l’ufficio d’informazioni turistiche chiudono all’ora di pranzo? Noi mangiamo i panini in negozio nella speranza di vendere qualcosa e loro – cooperative o dipendenti pubblici che siano – si permettono di fare pausa. Che servizio si offre al turista?”.
E’ questo un aspetto che viene lamentato da molti operatori. Effettivamente l’orario di apertura al pubblico dell’ufficio informazioni di piazza Duomo è questione annosa che continua a lasciare di sasso. Il turista durante la settimana trova le porte chiuse dalle 13,50 alle 16 e dopo le 19. Di sabato e domenica e comunque nei festivi (ovvero quando c’è più gente e il servizio sarebbe più necessario) gli va anche peggio, con la chiusura tra l’una e le 15 e dopo le 18. “Avremmo bisogno di un turismo più d’elite – afferma un’altra operatrice, sempre del settore delle ceramiche – ma i servizi sono carenti e si consente, incuranti della tradizione e della qualità, di vendere sempre più “made in China”. In questo modo, non si va da nessuna parte”.
Anche il mordi e fuggi, poi, secondo gli operatori, con l’introduzione del ticket sui bus è destinato ad avere i suoi problemi. “Qui si combatte ogni giorno per non chiudere, altro che sorrisi” è la chiosa amara di un altro operatore. “I dati – dice – saranno anche riscontrabili, ma non riflettono in alcun modo il polso della situazione dal punto di vista degli operatori commerciali”. Insomma, i dati del Servizio regionale del turismo relativamente ai primi tre mesi dell’anno – +6,16% negli arrivi e +9,58% nelle presenze – guardati dallo speciale osservatorio degli esercenti di piazza Duomo – assumono tutt’altro significato a dispetto dei tanti segni più.