ORVIETO – Commissario o commissione? Il Partito democratico orvietano “tratta” con il segretario provinciale Mario Giovannetti per uscire dalla situazione che si è creata con le dimissioni di Leonardo Mariani. Quello che è certo è il congresso in autunno. Ma come arrivarci? L’idea come al solito non è una sola. Giovannetti pare sia arrivato la scorsa settimana in segreteria provinciale con l’idea di inviare un commissario, ma sulla Rupe a quanto pare, in molti sollecitano una commissione congressuale. Di certo è contro il commissariamento del partito la corrente che ha sfiduciato Mariani. Che ha tra le proprie parole d’ordine proprio l’autonomia del Pd locale. E che anzi imputa la perdita della propria identità proprio alle decisioni calate per troppo tempo da Terni e da Perugia. Una ricetta c’è già. Ed è quella di comporre la commissione con i rappresentati istituzionali eletti: l’onorevole Carlo Emanuele Trappolino, il consigliere regionale Fausto Galanello, l’assessore provinciale Stefano Mocio e il capogruppo in consiglio comunale, Giuseppe Germani. Uno staff che garantirebbe anche l’equilibrio delle correnti, due a due, con Mocio e Trappolino sulla linea del segretario sfiduciato e Galanello e Germani sull’altra.
La commissione congressuale avrebbe il compito di preparare tecnicamente e politicamente il partito alle urne autunnali che dovrebbero consegnare al Partito Democratico di Orvieto una nuova classe dirigente. Il lavoro della commissione dovrebbe essere affiancato da un comitato per il tesseramento (in capo ai circoli) e un comitato organizzativo in vista della festa Democratica. Perché non va dimenticato, infatti, che in questo clima di massima effervescenza, si avvicina anche l’appuntamento annuale con la festa, momento fondamentale in cui tradizionalmente il partito testa gli umori della base nonché il grado di coesione al proprio interno. Sulla gestione, per niente semplice, di questa fase post Mariani dovrebbe sapersi in ogni caso di più la prossima settimana, quando è probabile che il segretario provinciale che ha ora in mano le redini del partito, convochi l’unione comunale.