ORVIETO – Tra un Pd lacerato e una maggioranza di governo a rischio, Stefano Cimicchi cerca spazio. E non risparmia accuse di destrutturazione e depotenziamento della città, tanto a destra quanto a sinistra. E’ così che il sit in contro il trasferimento del Centro studi è diventato lo spunto per una riflessione più ampia sui destini della città, segnata, da un lato, da una maggioranza di centrodestra che sta smantellando e svuotando di significato contenitori e realtà consolidate o nascenti (come il Centro studi e il museo della Ceramica) e dall’altro da un’opposizione inerme che si porta dietro il peso delle divisioni interne al Pd. Il tutto nell’indifferenza generale.
“Il Centro studi è trasferito da un luogo deputato al nulla – ha detto Cimicchi – con l’effetto di cambiare la destinazione anche a palazzo Simoncelli, trascurando che le donazioni ceramiche fatte al Comune sono vincolate alla musealizzazione. Strano che, tranne pochi, nessuno se ne interessi”. Sull’affitto non dovuto e sulla “necessità” che l’ex ospedale rimanga pubblico e con la destinazione attuale, Cimicchi si era già abbondantemente espresso.
Ma, alleggerito (almeno per il momento) da un’altra vicenda giudiziaria, quella degli swap – “Finalmente è stato separato il grano dal loglio” ha detto – Cimicchi, venerdì sera, era è tornato anche sulla sentenza della Corte di Conti che ha prosciolto da ogni accusa tutti gli indagati del caso Rpo. “Il fatto che nessuno in questi mesi abbia commentato questa sentenza – ha detto – è di una gravità assoluta. Significa rendersi complici dell’omicidio di una società nata per lo sviluppo e la trasformazione della Piave e della città”. “Il solo fatto che la sentenza non ravvisi danno erariale da parte degli amministratori di Rpo e dica che l’Ici non era dovuta, è sufficiente per capire chi abbia compiuto l’omicidio, ovvero l’amministrazione Mocio – Capoccia. E non lo dico per vendetta. Ma per dire come stanno le cose”. “Perché – ha scandito l’ex sindaco – non ci sarà politica, né unità nei partiti (leggi Pd, ndr) finchè non saranno divise le responsabilità”.
E tanto per continuare a “distribuire responsabilità” Cimicchi porta anche un altro esempio di autolesionismo di quegli anni di duumvirato: “L’aver regalato la discarica ad Acea, rinunciando alla proprietà degli immobili e alle royalties”. L’affondo verso il Pd – presenti al sit in Giuseppe Germani, Loriana Stella, Mario Tiberi e Gianluca Foresi – arriva alla vigilia dell’aspro confronto di domani sera quando nell’unione comunale arriverà a verifica la linea del segretario Leonardo Mariani che ha visto dimettersi ad uno ad uno tutti i componenti della segreteria (compresa la vicesegretaria) eccetto uno. A portare il proprio sostegno all’iniziativa di Cimicchi, tra gli altri, anche gli ex assessori Cristina Calcagni e Antonio Barberani, Maurizio Conticelli, il presidente di Confesercenti Sandro Gulino, l’ex dirigente comunale Agostino Cannas, l’architetto Raffaele Davanzo, l’architetto Alberto Satolli, il responsabile di Cittadinanzattiva Gianni Pietro Mencarelli.