Nell’Orvietano è crisi nera. E l’edilizia, un tempo colonna portante dell’economia locale, pure in ginocchio, deve ancora toccare il fondo. Lo dicono i dati emersi da recenti incontri a livello comunale sull’occupazione e la crisi economica del territorio. I dati sulla natalità delle imprese nel 2011 parlano da soli: durante lo scorso anno sono nate 29 imprese e hanno chiuso 52. Nei primi tre mesi del 2012 è andata anche peggio in proporzione, ne sono nate 10 e ne sono morte 21.
Il quadro dell’economia è fatto di tante ombre e poche luci. A parte un paio di realtà di spicco, una nel broadcasting e una specializzata nel settore dei sanitari, il resto dell’economia è riconducibile alla filiera agricola. Con la manifattura che negli ultimi anni – anche nei settori d’eccellenza del tessile – è stata letteralmente smantellata. Pure il turismo – dati Confcommercio parlano di 400 imprese che lavorano nel turismo e nei servizi – boccheggia. E l’edilizia è in attesa del colpo di grazia.
Questa l’analisi dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi: “Nell’Orvietano stiamo assistendo allo smontaggio di una presenza di attività manifatturiera non eccezionale, ma sicuramente importante pensando che l’avremmo sostituita con altro. Questa impostazione non regge la botta della crisi e non rende il profilo di questo territorio che non si tiene in piedi solo con il turismo. Questo – aggiunge Riommi – è un territorio che al ciclo delle costruzioni deve moltissimo. Qui il colpo deve ancora arrivare perché, dati alla mano, alcuni strumenti programmatori e una certa bolla speculativa che ha fatto da lunga leva sulla edificazione, ancora produce qualche effetto. Quando questa sarà conclusa allora sì che arriverà la botta vera sul ciclo delle costruzioni che in altre zone dell’Umbria è già fermo da tempo. Se ci sono alcuni progetti per rimettere in pista la questione ben vengano. Non è una problema di ricorrere ad altre varianti al Pgr, ma solo di recupero e di riqualificazione della Rupe e del suo territorio per poi giocarlo sul tavolo della maggiore attrattività”.