di Giuseppe Germani
Nel corso della settimana sono state sollevate alcune importanti problematiche, lavoro, salute, ex Caserma Piave, sulle quali vorrei rappresentare ai cittadini la posizione della coalizione che sostiene la mia candidatura a Sindaco di Orvieto.
Il modello che vorremmo realizzare è quello di aumentare il livello del reddito dei cittadini, non le imposte. Per far questo, a nostro giudizio, va avviato un progetto di sviluppo economico e sociale che utilizzi gli asset di cui la città dispone. Sono prevalentemente beni immateriali quelli che abbiamo, che però sono suscettibili di valutazione economica se opportunamente indirizzati con un’deguata politica di sviluppo.
Abbiamo in mente di realizzare un processo di internazionalizzazione che permetta da un lato l’attrazione degli investimenti sul territorio, generando nuova occupazione, e dall’altro l’ampliamento del mercato di sbocco per i prodotti locali, aumentando l’occupazione esistente. Unitamente a questo e in parte quale risultato di questo processo, intercetteremo i flussi turistici: dai rapporti delle maggiori istituzioni risulta che il turismo oggi privilegia le città d’arte minori dove elevata è la qualità della vita. Ebbene, noi siamo ciò che i turisti prevalentemente vogliono e dobbiamo sfruttare al massimo il nostro vantaggio competitivo. Questa è la nostra risposta al problema del lavoro.
Ma è anche, in parte, la nostra risposta all’utilizzo della ex Caserma Piave. Cercheremo, in Italia e nel resto del mondo, qualcuno che abbia interesse a portare la propria attività, pubblica o privata che sia, in questo contenitore che è ubicato in un posto d’eccellenza, affinché la Città possa usufruire dell?indotto come per 70 anni ha usufruito dell’indotto della caserma. Va tenuto conto che di grandi edifici dismessi nelle aree urbane è piena l’Italia: si pensi solo che da diversi anni è addirittura nata un associazione tra enti pubblici, imprese e studi professionali, AUDIS (Associazione aree Urbane Dismesse), con lo scopo di promuovere l’uso economicamente più efficiente e socialmente più equo delle aree urbane dismesse, industriali e non, nonché il loro recupero secondo i criteri della migliore qualità urbanistica, architettonica e ambientale. Non è solo un problema nostro quindi, oppure, visto diversamente, non è l’unico gioiello di famiglia che sta sul mercato. Faremo un’operazione di marketing, in cui noi offriremo la location e altri metteranno il capitale per l?investimento. Questo è il modello, cosa farne lo dirà il mercato: è già difficile infatti collocarlo questo bene, se su di esso poi siamo noi a decidere cosa deve essere fatto riduciamo di molto il numero dei potenziali partner, che sono già scarsi. A noi spetta il compito della promozione del bene e della verifica che l?uso sia compatibile con il contesto in cui si trova e produca valore aggiunto per la collettività.
Per far questo staremo dentro i meccanismi relazionali già esistenti in Italia e all?estero: rete diplomatica, Istituti del Commercio Estero, Camere di Commercio. E andremo anche presso le grandi istituzioni a proporre il nostro bene. Il decentramento delle istituzioni è un fatto largamente utilizzato in Germania, in Francia, in Inghilterra: in tal senso presentai nel maggio del 2012 una mozione perché fosse scelta Orvieto quale sede dell?Autorità di Regolazione dei Trasporti, che purtroppo per noi dopo un anno fu fissata a Torino.
Per quanto riguarda la Casa della Salute, cui fa specifico riferimento la CGIL, nel nostro programma c’è un capitolo specifico ad essa dedicato in cui condividiamo esattamente il problema così come da loro sollevato. Siamo convinti che si possa realizzare la Casa della Salute senza spostare grandi risorse, del resto oggi ha possibilità di successo solo ciò che sposta la minore quantità di risorse. In tal modo si libererebbero altri edifici che potranno essere destinati ad esigenze abitative.
Orvieto può diventare un eccellente luogo per vivere. Non è uno slogan, è un progetto di città e noi crediamo che si possa realizzare.
Committente responsabile Matteo Tonelli