“Sulla fusione dei Comuni dell’alto Orvietano deve essere assicurato il confronto con la popolazione, a partire
dai comitati costituitisi contro il progetto di fusione avanzato dai sindaci
uscenti. Il quesito referendario deve essere modificato”: lo afferma il
capogruppo all’Assemblea legislativa dell’Umbria di Rifondazione comunista,
Damiano Stufara, che domani avanzerà nella competente commissione consiliare
una proposta inerente l’utilizzo dell’istituto della partecipazione.
“La bocciatura in Consiglio regionale della procedura d’urgenza sulla
modifica della legge regionale di disciplina gli istituti di partecipazione,
determinatasi anche grazie al voto del gruppo di Rifondazione comunista –
dice il capogruppo Prc – rende finalmente possibile una seria riflessione
sulle forme di svolgimento del referendum relativo alla proposta di fusione
dei Comuni dell’alto orvietano.
Il percorso finora svolto è stato
caratterizzato da una rapidità eccessiva e sotto molteplici aspetti in
contrasto con il diritto della popolazione a partecipare a scelte che
investono lo stesso assetto istituzionale del governo del territorio; è bene
ricordare infatti che le popolazioni di quattro dei cinque Comuni oggetto
della proposta di fusione sono anche chiamate a decidere il rinnovo delle
rispettive amministrazioni nel prossimo mese di maggio, e non è affatto
indifferente per i cittadini sapere se le future amministrazioni dureranno
cinque anni o pochi mesi”.
“La nostra contrarietà alla procedura d’urgenza – spiega – non risponde
dunque a volontà dilatorie, bensì all’esigenza di garantire il massimo
grado di certezza sia sul merito della consultazione referendaria che sul
profilo delle prossime amministrative. Crediamo in tal senso che sia
necessaria la modifica del quesito referendario tramite il suo sdoppiamento,
in modo tale da assicurare non solo il pronunciamento sul progetto di fusione
dei cinque Comuni, ma anche sull’opportunità, nel caso in cui le popolazioni
di uno o più Comuni si pronunciassero in modo contrario, della fusione dei
Comuni restanti e territorialmente contigui.
Va inoltre assicurato il confronto con la popolazione, a partire dai comitati costituitisi contro il
progetto di fusione avanzato dai sindaci uscenti; referendum ed
amministrative sono due passaggi che devono essere fra loro ben coordinati,
al fine di consentire alla cittadinanza di pronunciarsi con certezza sul
profilo e la durata delle proprie amministrazioni”.
“Per questo – conclude Stufara – nella Commissione consiliare di domani
avanzerò la proposta di servirsi dell’istituto della partecipazione, al fine
di consultare in tempo utile la popolazione locale sui tempi ed i modi
attraverso i quali sarà chiamata a decidere del futuro del proprio
territorio. Prima di convocare il referendum, il cui esito dovrà essere
vincolante, si ascoltino le ragioni di chi si è costituito in comitato per
contrastare quanto prospettato dai sindaci”.