“A partire dal prossimo 13 agosto gli orari e le fermate degli Intercity 581 e 596, che insistono sulla tratta Roma-Firenze, torneranno quelli precedenti l’entrata in vigore dell’orario estivo, con la conseguente soppressione della fermata di Orte”. E’ quanto riferisce il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Rocco Girlanda, che ha raccolto le istanze del comitato dei pendolari e delle amministrazioni locali dell’area orvietana, aretina e senese. “L’entrata in vigore dell’orario estivo, con l’aggiunta della fermata di Orte, ha penalizzato oltre modo i pendolari della tratta Roma-Firenze, provocando l’uscita dei due convogli più gettonati dalla linea direttissima e gravando quindi le due corse di ulteriori possibili ritardi. Ho così raccolto le esigenze dei circa 1800 pendolari della tratta e delle amministrazioni locali da cui proviene la maggior parte dell’utenza di questi treni, che vivono già una condizione di disagio a causa dell’affollamento degli stessi convogli dovuto all’alta domanda da parte dei viaggiatori.
Disagi, questi, aggravati dalla difficoltà per l’amministrazione regionale, umbra in particolare, di rimodulare l’offerta di trasporto pubblico locale a seguito delle variazioni dell’orario delle fermate, dovute ai problemi interni della società che gestisce il servizio, che hanno colpito negativamente i territori, a partire, in Umbria, da quello orvietano, da cui si è subito levato un forte grido d’allarme tanto dall’amministrazione comunale quanto dal gruppo consiliare del Popolo della Libertà della Provincia di Terni.
Dispiace inoltre constatare – continua Girlanda – come da parte dell’amministrazione regionale non sia stato attivato con questo Ministero un rapporto di fattiva collaborazione, utile a risolvere il problema, se non un iniziale generico comunicato di solidarietà e vicinanza ai pendolari, a cui non sono seguite azioni concrete. Va infatti specificato che gli Intercity in oggetto sono regolati da un contratto di servizio tra il Ministero dei Trasporti e la società Trenitalia e che quindi risulta del tutto inutile e vano inviare una comunicazione alla società Trenitalia, quando l’interlocutore a cui dovrebbe rivolgersi la Regione Umbria è il Ministero, in quanto ente istituzionale e rappresentante il contraente pubblico del contratto di servizio stesso. Un esempio di inconcludente capacità amministrativa che mira unicamente a parlare alla “pancia” dei cittadini esasperati, senza poi avviare le soluzioni necessarie ad ovviarne i problemi, tanto più – conclude Girlanda – quando è possibile avere un interlocutore privilegiato quale un sottosegretario molto vicino alle esigenze e alle problematiche dei territori interessati”.