Il Giardino dei Lettori è inaspettatamente gremito. Tende a riempirsi abbastanza velocemente, nonostante la mezz’ora canonica di ritardo sulla tabella di marcia. Si è entrati nel vivo con la presentazione dell’ospite, da parte di Emanuela Ridolfi, rappresentante di ONE Orvieto Notti d’ Estate e di una portavoce del Coordinamento Orvietano per la Palestina che ha illustrato la scelta del film, il lavoro incessante di sensibilizzazione, in questi momenti sempre più tragici e drammatici, che vedono il popolo palestinese al centro delle iniziative che da mesi si susseguono.L’ospite, Mjriam Abu Samra, ha portato la testimonianza della propria esperienza personale, dei suoi studi di Relazioni Internazionali, del suo ruolo di ricercatrice universitaria in Italia e negli USA e di attivista, figlia di un esule palestinese, nata e cresciuta in Italia e da qui trasferitasi in Giordania.
Il tema del film, il ritorno in Palestina di una ragazza nata negli Stati Uniti, da genitori profughi, i cui padri erano stati cacciati dalle proprie terre e dalle proprie case, nel periodo della Nakba del 1948 e della fondazione dello Stato di Israele, ha saputo fornire al pubblico importanti elementi di comprensione di ciò che viene definita “Questione palestinese”. Il suo excursus sulle vicende attuali e passate, nell’introduzione al film e nel dibattito a seguire, pur nella complessità del tema trattato, è stato di fondamentale importanza per spiegare fatti che in terra d’Occidente vengono banalizzati o seguono una narrazione poco conforme agli eventi storici.
Ha trattato il tema del ritorno negato ai profughi del ´48, della volontà delle giovani generazioni, figlie della diaspora, di continuare a lottare per rivendicare i loro diritti e a sognare di rientrare nella terra degli avi, di cui ereditano la nostalgia e il profondo legame.
Si è parlato di quei 750 villaggi distrutti e scomparsi, fisicamente e nella memoria dei nuovi abitanti, di cui rimangono solo le rovine e le ferite nei cuori di chi è stato costretto ad andarsene.
Ha sottolineato la diffusa volontà dal basso di resistere alla dominazione militare, allo stato di apartheid, alla occupazione, sia esterna che “interna”, quella dell’animo, come sottolinea uno dei protagonisti, in un momento cruciale del film. Questa persistente devastazione ed occupazione è stata avallata dal consenso silente del mondo occidentale e dei suoi governanti. A Ottobre è esploso il Dramma palestinese ed ora, dopo dieci mesi di genocidio, perlopiù taciuto dai media, la richiesta di fermare il fuoco, di riconoscere i diritti inalienabili di un popolo, risuona nelle piazze e nelle università. Da mesi le manifestazioni studentesche si sono moltiplicate a tutte le latitudini e puntualmente sono state represse.
La responsabilità dei governi del mondo di indugiare dietro dichiarazioni vuote, parziali, contraddittorie – quando l’invio di armi a Israele non si è mai interrotto – si fa ancora più evidente se ci si sofferma sulla nettezza del parere emesso venerdì scorso dalla Corte Internazionale di Giustizia, organo giuridico delle Nazioni Unite, secondo cui “tutti gli Stati hanno l’obbligo di non riconoscere come legale la situazione derivante dalla presenza illegale di Israele nel territorio palestinese occupato. Hanno anche l’obbligo di non prestare aiuto o assistenza nel mantenimento della situazione creata dalla presenza illegale di Israele nel territorio palestinese promuovendo il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”. Mjriam Abu Samra, grazie anche a coloro che sono intervenuti nel dibattito e lo hanno sollecitato, ha potuto illustrare e contestualizzare settant’anni di Storia, aiutando a comprenderne le dinamiche coloniali, neo coloniali e post coloniali.
La conclusione, a notte tarda, dopo aver analizzato la lotta del popolo palestinese, nelle sue varie forme, la inusuale capacità di resilienza in situazione di totale apartheid, il diritto sacrosanto all’autodeterminazione, si fa portavoce di una resistenza globale a violenze e massacri e auspica la ricerca di una soluzione che porti davvero giustizia. Soluzione difficile che può partire solo dalla conoscenza, dalla consapevolezza e dalla mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale.
La prossima puntata sarà lunedì 29 Luglio, col film “I bambini di Gaza”, sempre nel Giardino dei lettori, sempre con ONE e con noi del Coordinamento Orvietano per la Palestina.