di Pino Greco
A proposito della dichiarazione per il ballottaggio dell’ex Sindaco Barbabella. Premetto che, venendo da una cinquantennale milizia nella sinistra (Pci, Pds, Pd e ora Sinistra Italiana) in cui ho ricoperto diversi ruoli e incarichi, da segretario di sezione del Pci a membro della Segreteria della zona Ovest di Roma (segretario Imbellone) e nel sindacato Cgil Scuola, nel Cidi nel Proteo Cgil, per la prima volta alle Europee quest’anno non ho votato il Pd e ho votato la Sinistra. Ma alle Comunali ho votato una lista collegata a Germani, pur essendo non soddisfatto dell’azione di questa come delle precedenti amministrazioni di sinistra e di centro sinistra.
Mi sono turato il naso…per un dovere politico e morale che devo a me stesso, alla mia famiglia, a quella di provenienza e alle mie più radicate convinzioni: non voterò mai la destra e mai che mai la destra orvietana che ha già dato prova con Concina Sindaco di danni causati e che di nuovo causerebbe irreparabilmente alla città. Questa destra è frutto dell’eredità di quel Fascismo permanente che in Italia Umberto Eco ha ben illuminato in un librettino (“Il Fascismo Eterno”, 1997 Ed. La Nave di Teseo) che consiglio a tutti (e anche al collega Franco Raimondo Barbabella se non l’avesse già letto): il Fascismo ha fatto tante cose buone, c’è chi è nato per governare, gli eletti, e chi no, la Resistenza è una bugia comunista ecc, ecc…).
Eco ha dimostrato come il Fascismo e Mussolini avevano una retorica che cambiava di volta in volta. Agli inizi si scagliarono contro i cattolici, poi inneggiarono a loro, quando serviva, e non dimentichiamo che, come Berlusconi, Mussolini si considerava uomo della Provvidenza anche se ordinò, negandolo poi, di far uccidere Matteotti e i fratelli Rosselli e di far morire il malato Gramsci lentamente, facendolo torturare con i rumori notturni dai secondini e privandolo delle cure tempestive ed efficaci che ne avrebbero prolungato la vita. Eco ed altri hanno chiarito come il Fascismo sia stato tutta una recita collettiva in cui il popolo ingenuo e senza consapevolezza svolgeva la parte che gli veniva assegnata dall’alto (i Figli della Lupa, i Balilla, la milizia, le massaie rurali, ecc…).
Di questa recita, in cui alcuni ceti lucravano privilegi c’e ancora nostalgia in alcune frange della nostra società malata anche ad Orvieto. Dove sono oggi rappresentati questi ceti elettoralmente? Nella candidatura e nelle liste della Tardani? Ecco perché invito caldamente Franco Raimondo Barbabella, per la sua storia culturale, professionale e politica, di rompere questa equidistanza tra destra e sinistra ad Orvieto e di invitare a votare a sinistra facendo pesare questa scelta importante per il futuro di Orvieto che gli ha anche dato dispiaceri e ingiustizie (ma chi non ne ha ricevute? …con un partito in cui il livello politico-culturale migliore era quello del vecchio Materazzo?).
Pretenda, Barbabella, una svolta culturale nella gestione delle politiche per la scuola e per i servizi al turismo e alla valorizzazione del patrimonio artistico mettendo a disposizione della nuova giunta la sua esperienza di dirigente scolastico e di amministratore di lungo corso…ma, ti imploro, fai in modo che la destra non ritorni a fare danni alla nostra città. Un caro saluto.