di Valentino Saccà
ORVIETO – Il Giglio d’Oro torna a Orvieto. Sarà esposto dal 17 al 22 giugno presso il Modo Museo dell’Opera del Duomo Sala del Tesoro della Cattedrale. Il calice sarà poi utilizzato dal Cardinale indiano Oswald Gracias per la celebrazione dell’Eucarestia del Corpus Domini. L’iniziativa è organizzata da Fidapa BPW Italy sezione di Orvieto con il prezioso contributo di Vetrya.
E’, infatti, un legame che ha la forma di un Giglio e la sostanza dell’oro quello tra Orvieto e il processo di canonizzazione di Papa Paolo VI proclamato Santo il 14 ottobre 2018. Un legame che viene mantenuto nel tempo proprio da un calice con giglio d’oro realizzato dagli artisti orvietani Marcello Conticelli e Luciano Coppola su disegno dell’Architetto Alberto Stramaccioni nel 1964 e donato al Pontefice in occasione della sua visita a Roma come prezioso segno di ringraziamento degli artigiani orvietani verso il Santo Padre.
Nello stesso anno, quando Papa Paolo VI visitò Bombay, portò con sé quello che definì “il dono più prezioso per i più poveri del mondo”. Questo dono era proprio il “Giglio d’oro”, attualmente ospitato in modo speciale nell’ Arhidiocesan Heritage Museum, istituito nel 2011 dall’Arcidiocesi di Bombay nel suo sforzo di preservare e promuovere il suo ricco e variegato patrimonio e la sua storia.
Questo importante filo tra la Rupe e l’India è stato recentemente rinsaldato con una lettera che porta la firma di Padre Warner Dosuza, Direttore dell’Archidiocesan Heritage Museum di Mumbai, la vecchia Bombay. Il destinatario, Luca Conticelli, conosciuto in città per essere il “don” d’eccellenza ma anche perché uno dei figli di Marcello, l’indimenticabile “Fabbro del Papa”.
“Sarebbe una grande gioia se lei potesse condividere informazioni o immagini del disegno o dei disegni del Giglio d’oro e anche alcune immagini della sua presentazione a Sua Santità. Ciò contribuirebbe sicuramente alla nostra ricerca sul tema del Congresso Eucaristico Internazionale, 1964; la nostra gratitudine per il dono prezioso e la gratitudine degli archivi del Museo e dell’Arcidiocesi di Bombay nel suo complesso”. Questo un passo della missiva giunta a fine agosto nelle mani di don Luca.
“Quando ho ricevuto la lettera di padre Warner Dosuza – racconta commosso don Luca – stavo a pranzo con mia madre e sono rimasto piacevolmente sorpreso nel leggere questo messaggio, in cui mi spiegavano un po’ la storia di come il calice era giunto a Mumbai. Io ovviamente nel ’64 ancora non ero nato, il calice non l’ho mai visto dal vivo, ma ne sono a conoscenza grazie ai racconti di mio padre e di mia madre”.
Da qui, è iniziata una fitta corrispondenza attraverso cui la famiglia Conticelli ha inviato molto materiale all’Arcidiocesi relativo alla visita di Paolo VI nel 1964 ad Orvieto ed alla consegna del prezioso lavoro eseguito dalla Bottega Artigiana Marcello Conticelli, in collaborazione con l’orafo Luciano Coppola su disegno dell’Architetto Alberto Stramaccioni. Così come dall’Arcidiocesi sono state inviate fotografie del calice custodito proprio nel Archidiocesan Heritage Museum.
“Padre Werner – continua a raccontare don Luca – cercava materiale in più sul calice, disegni e foto ma di disegni non ne esistono. Questo perché il progetto è nato in collaborazione con l’architetto Stramaccioni e Luciano Coppola, e loro erano abituati a stracciare i disegni dei progetti perché era sempre più forte quello che avevano in testa”. Il giglio rappresenta simbolicamente, ha ricordato Don Luca, la bellezza del dono di Cristo, che sboccia proprio sul calice contenente il suo sangue. “Ecco perché – ha chiosato Don Luca – a pochi passi dal nostro Duomo si staglia l’Hotel Giglio”.
Da qui la proposta da parte della famiglia di invitare i rappresentanti della Chiesa Indiana ad Orvieto in occasione del Corpus Domini 2019 con il “Giglio d’Oro” che tornerebbe in città dopo 54 anni. “Nel 2019 – aggiunge ancora don Luca – sono 10 anni dalla sua scomparsa, e ci terrei a ricordare il suo operato e dare una spinta per una possibile rinascita dell’artigianato a Orvieto. Per la nostra famiglia sarebbe davvero una grande commozione e per nostro padre il giusto riconoscimento per quello che ha fatto per questa città”.