Ha per oggetto il progetto Sprar – Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia – l’interrogazionea firma del consigliere Andrea Sacripanti che chiede “il motivo per cui dai 657.000 euro previsti nel bando per l’accoglienza di 12 unità, si sia passati ad un costo complessivo del servizio di 865.000 euro per sole 10 unità”.
Segue il testo dell’interrogazione:
Premesso che
– in data 8 giugno 2018 su La Nazione è apparsa la notizia riguardante il progetto di accoglienza nel territorio di Orvieto di minori rifugiati, nell’ambito delle iniziative promosse attraverso lo SPRAR che è il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia;
– in particolare, si legge nell’articolo che l’appalto, affidato ad un raggruppamento temporaneo di imprese, la cui creazione è in fase di perfezionamento, costituito dalla cooperativa sociale orvietana Quadrifoglio, l’Arci Solidarietà di Terni ed il comitato provinciale dell’ Arci, a seguito dell’emanazione del bando del Comune di Orvieto per selezionare un partner privato a cui affidare i servizi d’ accoglienza rivolti ai richiedenti asilo e ai rifugiati, riguarda la gestione di dieci minori con un’età compresa tra i 14 ed i 18 anni e che il costo del servizio ammonta complessivamente a 865 mila euro da quest’ anno fino al 2020, la cui ripartizione prevede una somma di 346 mila euro per il 2018 e per il 2019 e di 173 mila euro per il 2020;
– Lo stesso articolo riporta le seguenti dichiarazioni dell’Assessore, nonché Vicesindaco, Croce: «Il progetto di accoglienza a cui aderiamo non prevede esborsi diretti da parte del Comune. Noi ci limitiamo infatti a ricevere i fondi statali che poi vengono riversati ai soggetti che si occupano dell’assistenza»,
– Prosegue l’articolo: “Il Vicesindaco spiega anche che ci sarà un controllo estremamente rigoroso sulla gestione di questi 865 mila euro. Il bando di gara comunale prevede infatti anche la figura di un revisore contabile indipendente che dovrà vigilare sulla gestione dei fondi e per il quale si prevede un compenso di quattromila euro”, ed infine conclude con la notizia che: “I minori dovrebbero essere accolti in un albergo di Orvieto scalo acquistato dalla cooperativa il Quadrifoglio”.
– Il progetto in questione, dunque, si caratterizza per i seguenti aspetti: a) l’accoglienza riguarda 10 minori con un’età compresa tra i 14 ed i 18 anni; b) il costo della gestione del servizio ammonta complessivamente a 865 mila euro ripartiti in 3 anni per un costo annuale unitario di circa 29.000 euro; c) i minori saranno ospitati in un’unica struttura; d) il costo del servizio non comporta esborsi diretti per il Comune di Orvieto;
– A ben vedere, però, il bando emanato dal Comune prevedeva condizioni diverse da quelle riportate dall’articolo e confermate dalle dichiarazione dell’Assessore e dalla stessa ribadite in un comunicato stampa ufficiale.
– In effetti, l’”avviso pubblico per individuazione soggetto del terzo settore per la coprogettazione e la gestione di azioni di sistema per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione a favore di minori stranieri non accompagnati nel quadro dello sprar – triennio 2017/2019”, approvato con delibera di Giunta Comunale n. 13 del 02/02/2017 dal Comune di Orvieto, quale Comune capofila della Zona Sociale n. 12, al punto 6 dell’art. 2 recita testualmente che:
“Valore annuale presunto del progetto: € 219.000,00. Il sopra indicato valore presunto è stato determinato sulla base di un importo unitario presunto di euro 50,00 (cinquanta,00) giornaliere per un numero massimo di 12 minori stranieri n.a. accolti per 365 giorni. L’importo complessivo nel triennio ammonta, pertanto, a presunti € 657.000,00.
Il cofinanziamento, pari al 5% del costo del progetto è pari ad € 10.950,00 annuo e di € 32.850,00 nel triennio, è riferito al costo di risorse di personale del Comune di Orvieto impiegato nel progetto”.
– Il bando, che prevedeva la possibilità di accogliere fino a 12 unità, contemplava anche l’eventualità di distribuirle su più strutture come emerge, peraltro, dal disposto dell’art. 6: “I servizi e le strutture oggetto della presente selezione devono essere dislocati all’interno del territorio della Zona Sociale n. 12”.
Considerate dunque le contraddizioni tra quanto si è appreso dall’articolo, non smentito ma anzi confermato dalle dichiarazioni dell’assessore, e quanto contenuto nel bando di affidamento della gestione del servizio di accoglienza, il sottoscritto Consigliere chiede di sapere:
– Le ragioni per cui se il bando in questione prevedeva lo stanziamento di una somma complessiva di € 657 mila, per un costo unitario annuale di € 18.500 per 12 unità, l’ammontare del servizio è lievitato di oltre 200 mila euro per una cifra complessiva di € 865 mila pari al costo annuale unitario di circa 29.000 euro per sole 10 unità.
– Il motivo per cui i 10 minori saranno accolti in una sola struttura e non dislocati in altre strutture all’interno del territorio della Zona Sociale n. 12, eventualità contemplata dall’art. 6 del Bando;
– Se è vero che la struttura in cui verranno accolte le 10 unità è di proprietà della Cooperativa Quadrifoglio coaffidataria dell’appalto, circostanza che, se confermata, avrebbe dovuto mitigare il costo del servizio in quanto non sarebbe stato necessario il pagamento di canoni di locazione per l’affitto di idonea struttura;
Inoltre, a fronte del cospicuo valore del cofinanziamento, consistente nell’impiego nel progetto di risorse di personale del Comune di Orvieto, il cui importo di € 43.250 (pari al 5% del costo complessivo del progetto lievitato rispetto alle previsioni originarie) è stato omesso dall’Assessore che si è semplicemente limitata a dichiarare che “non sono previsti esborsi diretti da parte del Comune”, si chiede di sapere:
– quante unità di personale dipendente del Comune di Orvieto saranno utilizzate e per quante ore giornaliere;
– se verrà impiegato personale appartenente ai Servizi sociali del Comune di Orvieto e quanto tutto questo inciderà sull’organizzazione degli Uffici e sugli standard dei servizi già erogati, vista l’ingente mole di lavoro che i dipendenti devono quotidianamente svolgere in tema di anziani, assistenza ai disabili e alle fasce disagiate;
Infine, vista la genericità delle seguenti affermazioni dell’Assessore: “Secondo le linee guida stabilite dal Ministero dell’Interno questi ragazzi ricevono vitto, alloggio e assistenza educativa H24 trattandosi di minori, e, laddove necessario, assistenza sanitaria; frequentano la scuola di italiano e tirocini formativi; sono iscritti a società sportive mentre per alcuni di loro è previsto l’inserimento in percorsi scolastici. Ovvero si sta realizzando un percorso di inserimento sociale e di acquisizione di autonomia sociale ed economica, che è l’obiettivo finale dello SPRAR.”, si chiede di sapere:
– in base a quali criteri e quanti dei dieci giovani, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, saranno inseriti in percorsi scolastici e cosa faranno gli altri durante le ore della giornata;
– in cosa consistono nel dettaglio i “tirocini formativi” e se, quando si parla di “percorso di acquisizione di autonomia sociale ed economica”, si intende agevolare un loro inserimento nel mondo del lavoro.