E’ stato siglato ieri pomeriggio nella Sala dei Notari a Perugia, il protocollo d’intesa tra tutti i comuni partecipanti al progetto di candidatura unitaria delle “Spur – città etrusche” al patrimonio Unesco.
Dopo la sottoscrizione, il 24 gennaio 2017, del protocollo d’intesa tra i Comuni di Orvieto e Perugia in qualità di soggetti capofila, arriva così il nuovo protocollo, nel quale a quella del Sindaco Andrea Romizi per Perugia e del Sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, si aggiungono anche le firme di Arezzo, rappresentato dal Sindaco Alessandro Ghinelli, di Formello (Roma), con il Sindaco Gian Filippo Santi, di Piombino, rappresentato dall’Assessore alla Cultura Paola Pellegrini, di Marzabotto, con il Primo Cittadino Romano Franchi, di Tarquinia e, infine, di Volterra, rappresentata dal Sindaco Marco Buselli.
Si da così l via libera alla redazione del dossier di candidatura. A coordinarlo saranno i professori Mario Torelli, per la direzione storica e archeologica e Paola Falini, per il coordinamento del gruppo di lavoro.
Le città partecipanti al progetto sono quelle che sono meglio rappresentative del concetto stesso di Spur, ovvero la città etrusca, in grado di riassumere in sè tre elementi caratterizzanti di queste ultime. Il primo, quello legato al sistema difensivo che ben si legge nelle città definite murate, caratterizzato da grande valenza paesaggistica così come dall’impatto derivato dalla possenza monumentale di alcune componenti; il secondo, è il riferimento alla religiosità nel particolare rapporto che gli Etruschi avevano con la divinità, il terzo, infine, riguarda l’esperienza ingegneristica di cui gli etruschi furono maestri.
Nell’ambito del progetto, dunque, Perugia si caratterizza per l’unicità della sua cinta muraria, Orvieto quale sede del santuario federale del Fanum Voltumnae, Marzabotto è esempio unico di città pianificata, Populonia (nel comune di Piombino) è esempio di città di produzione, Veio (Comune di Formello) è unica per le testimonianze relative al sacro, Gravisca (comune di Tarquinia) è il porto etrusco a noi meglio conosciuto, Volterra è nota per l’articolazione dell’acropoli, Arezzo-Castelsecco è esempio del complesso suburbano tempio-teatro.
“Il modello di città lo hanno inventato i greci, intorno al concetto di agorà –ha spiegato il prof. Torelli- ma il loro era un modello debole. Gli etruschi vi hanno aggiunto un elemento fondamentale, quello religioso, che ha avuto la funzione di collante e che si ritrova, forte, nelle regole di costruzione delle città stesse, che poi i romani hanno fatto proprie. Per questo –ha aggiunto ancora il professore- ho voluto incentrare il progetto di candidatura, perché ritengo che il concetto di città etrusca, con questa forte base ideologica sia indistruttibile e mi auguro che l’Unesco voglia proteggere questi concetti che sono alla base della nostra identità.”
A “Gli Etruschi nel cuore d’Europa. Il Fanum Voltumnae in Lussemburgo” sarà inoltre dedicata la conferenza della professoressa Simonetta Stopponi in programma domani – giovedì 21 giugno alle 17.30 presso Palazzo Sorbello in piazza Piccinino, 9 a Perugia – per il ciclo di Conferenze della Fondazione Ranieri di Sorbello “Collezioni e Narrazioni”.
La prof.ssa Stopponi, curatrice della mostra “Le Lieu Celeste. Le Sanctuaire Fédéral des Etrusques in Orvieto” allestita presso il Musée National d’Histoire et d’Art di Lussemburgo, presenterà ed illustrerà questa importante esposizione attraverso alcuni video e la proiezione di immagini. IFino al 2 settembre prossimo sono esposti circa 1300 pezzi provenienti dagli scavi archeologici di Campo della Fiera di Orvieto, frutto di 18 anni di scavi diretti dalla Professoressa Simonetta Stopponi già docente universitaria di Etruscologia e Antichità italiche e Presidente dell’Associazione Campo della Fiera Onlus.