ACQUAPENDENTE – Con dieci voti favorevoli e l’astensione dei consiglieri di minoranza Francesco Luzzi e Fabrizio Camilli, il Consiglio comunale di Acquapendente approva i criteri di indirizzo per la monetizzazione standard. “Un istituto – come sottolineato dal sindaco dottor Angelo Ghinassi, – che non è finalizzato a diminuire il livello dei servizi pubblici a fronte di introiti monetari. Ma, al contrario, fa sì che possono essere realizzati spazi pubblici migliori e, che dalla rinuncia consapevole a realizzarli in modo dispersivo e/o frammentato, derivino somme di denaro sostitutive da destinare all’acquisizione ed alla realizzazione di infrastrutture capaci di soddisfare i reali fabbisogni della collettività. L’accantonamento delle risorse finanziarie derivanti dalla monetizzazione degli standard, saranno impiegate esclusivamente per l’acquisto di aree destinate a standard pubblici, per la realizzazione e/o manutenzione di parcheggi pubblici, le quali a tal fine dovranno affluire in un apposito capitolo di entrata con destinazione vincolata e specifica”.
Il regolamento approvato (otto articoli in totale) specifica in quello riguardante disposizioni generali ambito di applicazione l’introduzione di surrogare il reperimento delle aree con uno strumento applicabile a :
1) Interventi che sono subordinati alla verifica ed al reperimento della dotazione di standard urbanistici avente destinazione pubblica;
2) Interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente nonché in altri interventi edilizi. L’Istituto interesserà le aree: a) destinate a parcheggi privati negli interventi edilizi diretti, ex articolo 18 della Legge 06 Agosto 1967 N° 765, come modificata dall’articolo 2 della Legge 24 Marzo 1989 N° 122: b) destinate a standard urbanistico, parcheggi pubblici e verde pubblico, ai sensi del D.M. 1444/68 in alternativa alla cessione diretta al Comune o all’asservimento dell’uso pubblico. Nella sua dichiarazione di voto il Consigliere di minoranza Francesco Luzzi, sottolinea come “occorre mettere mano ad un nuovo piano del commercio, tenuto contro che comunque i Comuni hanno poteri di intervento e di indirizzo”.