ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha trattato la problematica della dislessia durante l’interrogazione presentata dalla consigliera Lucia Vergaglia (Capogruppo M5S) che ha chiesto all’Amministrazione “Se intende proporre la ripresa del percorso dello screening sulla dislessia e se, oltre l’impegno della scuola che è obbligo dall’approvazione del Legge n. 170 datata 8 ottobre 2010 e relativa a vari disturbi dell’apprendimento, il Comune intende porre in campo azioni atte ad una maggiore consapevolezza della dislessia”.
L’interrogante ha fatto presente che “La dislessia, nota anche come disturbo della lettura, è una condizione caratterizzata da problemi con la lettura, nonostante chi ne soffra abbia un’intelligenza normale e che tale difficoltà sono involontarie e le persone con questo disturbo hanno un normale desiderio di apprendimento. Da tempo è noto che il fenomeno della diffusione della dislessia sia più elevato di quanto comunemente si creda, i dati nazionali a disposizione dell’Aid (Associazione italiana dislessia) attestano il dato della dislessia intorno al 5%, tuttavia recenti pubblicazioni come Psychiary diretto dall’ex presidente dell’ordine degli psichiatri statunitensi prof. Alan Tasman portano a percentuali maggiori dove si operano screening approfonditi e continui.
Nella città di Orvieto nel biennio 2007-2008 fu operato uno screening che coinvolse le scuole ed oltre 200 alunni, e sulla base di quelle azioni furono portate avanti campagne di sensibilizzazione e consapevolezza sull’argomento di questo specifico disturbo dell’attenzione ma, da allora, non appare più una presenza ufficiale del Comune in tali ambiti, eccezion fatta per la formazione degli insegnanti”.
“Al momento della redazione di questo atto di sindacato ispettivo, il 5 ottobre 2017, giornata mondiale della consapevolezza della dislessia – ha aggiunto – il Comune di Orvieto non pare aver organizzato o partecipato ad alcun evento od avere intrapreso alcuna azione atta a mantenere l’adeguato livello di consapevolezza cittadina raggiunto nel 2008.
L’impatto sociale di questo tipo di disturbi rappresenta quasi il 30% degli utenti dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile in età scolare e il 50% circa dei minori che effettuano un intervento riabilitativo; tale criticità, soprattutto se non individuata precocemente, contribuisce nella parte spostata dalla pedagogia alla clinica, agli annosi problemi sanitari di lunghezza delle liste d’attesa e della difficoltà di accesso al SSN”.
La vice sindaco e assessore all’Istruzione e Politiche Sanitarie e Sociali, Cristina Croce ha risposto: “Parliamo di un disturbo specifico dell’apprendimento che nulla ha a che vedere con le disabilità (legge 104), quindi la competenza è della AUSL e della Scuola. Ciò non toglie che il Comune non sia sensibile a queste dinamiche. L’Amministrazione Comunale può solo sensibilizzare i cittadini, i genitori e le scuole rispetto ad un fenomeno che è principalmente di diagnosi e verificare i casi che ci sono aiutando la scuola in questo compito importante”.
La consigliera Lucia Vergaglia si è dichiarata: “Non soddisfatta. C’è una giornata che è stata ignorata. La risposta dell’assessore equivale a dire che ai malati veri la risposta viene data attraverso la legge 104. L’impatto sulla Ausl è fuori dubbio, però per la dislessia ci siamo preoccupati come Comune solo della formazione per gli insegnanti. La problematica non è una cosa di minor conto e da sottovalutare perché genera emarginazione con impatti economici e sociali di lungo termine”.