ORVIETO – Il futuro dell’immobile “ex INAPLI”, situato nel centro storico e di proprietà della Regione Umbria, è nuovamente al centro di un’interpellanza presentata dalla consigliera Roberta Tardani (Capogruppo “Forza Italia”) che ha chiesto all’Amministrazione Comunale di “Attivarsi per rimuovere l’insostenibile rappresentazione di degrado che, non fa bene alla città né all’immagine della Pubblica Amministrazione coinvolta, Comune di Orvieto compreso, sebbene il Comune non ne sia il proprietario; reperire una diversa area comunale dove gli alloggi popolari possano risultare effettivamente realizzabili in modo che il Comune di Orvieto ne sia finalmente dotato, concretamente e non già solo sulla carta; convincere la Regione che ristrutturare la parte fatiscente di quell’immobile sia giusto ed anche conveniente per:
– accorpare in un unico ‘palazzo orvietano della Regione’ la serie di uffici regionali decentrati che a Orvieto sono ancora dispersi in sedi diverse, risparmiando così sulla spesa per i relativi canoni d’affitto che potrebbe essere più oculatamente dirottata a finanziare la ristrutturazione;
– razionalizzare e qualificare meglio l’erogazione dei servizi per l’utenza orvietana, sia del Comune sia dell’intero comprensorio;
– contribuire a contrastare il depauperamento del centro storico di Orvieto”.
“L’immobile di proprietà della Regione ricordato come ‘ex INAPLI’, situato in via della Pertiche nel centro storico di Orvieto – ha osservato l’interpellante – che ospita la sede legale e gli uffici operativi della Comunità Montana ONAT e dell’Agenzia Forestale Regionale, è per la metà inutilizzato e manifesta evidenti segni di degrado che determinano riflessi negativi dal punto di vista del decoro urbano. Tale situazione porta a chiedersi perché una volumetria così considerevole per dimensione e ubicazione non spinga ancora la Pubblica Amministrazione regionale e comunale a decidere di renderla interamente funzionante e produttiva. Circa un decennio fa, con delibera del Consiglio Comunale di Orvieto, l’intero immobile ha avuto una destinazione urbanistica ad edilizia residenziale sovvenzionata. A oggi, tale destinazione è inattuata e, da quanto si è appreso, inattuabile a causa della non produttività dell’investimento nel tempo motivata dall’Istituto delle case popolari preposto. Prenderne atto e verificare se invece quella previsione urbanistica non sia da dichiarare superata, quindi da rimuovere, servirebbe a fissare alcuni scopi diversi ma allo stesso modo importanti e positivi per quell’edificio pubblico”.
“Rispetto al progetto che stiamo portando avanti sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e in funzione dell’interrogazione – ha chiosato il sindaco Giuseppe Germani -, abbiamo verificato che tale struttura è stata inserita all’interno del patrimonio da valorizzare della Regione Umbria. Anche io convengo che gli uffici pubblici regionali debbano restare nel centro storico, d’altra parte è ormai accantonata l’ipotesi di una loro collocazione nella struttura del Crescendo. Quindi una delle ipotesi che su cui si lavora è quella di concentrare in una unica struttura gli uffici di Provincia e Regione rimasti in città. Inoltre, con la nuova legge regionale e nazionale sul ‘Piano Casa’ oggi si possono trovare delle risorse per ridare vigore agli alloggi. Proprio il prossimo Lunedì 13 novembre, si terrà una riunione del QSV in questa Sala Consiliare ai quali i Consiglieri sono invitati a partecipare”.
La consigliera Roberta Tardani si è dichiarata: “Soddisfatta perché è importante valorizzare immobili in degrado o in disuso. L’ideale sarebbe avere uffici a alloggi”.