Gruppi Consiliari FI – IeT – GM
“Apprendiamo finalmente in queste ore che le ragioni che stanno conducendo alla chiusura totale del centro storico sono: perché ‘la città è più bella e camminare fa bene alla salute’ insieme alla dichiarata volontà di ‘vincere una battaglia culturale che vale la pena di essere portata fino in fondo’. Ciò che leggiamo è la preoccupante spia di un arroccamento ideologico e una arroganza politica senza precedenti che sta portando la città al declino economico e sociale. Queste banali dichiarazioni sono solo la conferma che il Sindaco, la Giunta e la Maggioranza stanno navigando a vista e si accingono a distruggere il sistema economico e sociale di Orvieto in totale assenza di una visione organica della città e di un concreto e reale progetto di sviluppo.
Dagli organi di stampa apprendiamo che con il termine della manifestazione ‘Folk Festival’ si chiuderà definitivamente il transito su Piazza del Popolo costringendo i cittadini al doppio senso di marcia sul vicolo che collega l’ex Tribunale con Piazza Vivaria, con le ovvie problematiche che tale, ennesima, sciagurata scelta, comporterà. La chiusura di Piazza del Popolo al transito e l’eliminazione degli ultimi posti auto a disposizione dei cittadini sarà l’ultimo di una serie di errori macroscopici (inversione di marcia verso piazza del popolo da Piazza Vitozzi, chiusura al transito h24 di via Luca Signorelli, aumento sconsiderato del costo dei parcheggi, politica delle multe dissennata) che stanno rendendo difficile la vita ai residenti del centro storico e impossibile l’accesso ai residenti delle zone limitrofe.
La questione di Piazza del Popolo è ormai la battaglia che l’Amministrazione sta conducendo contro tutto e tutti. Si accaniscono su questa area specifica della città tralasciando colpevolmente una serie di problemi e istanze, altrettanto importanti, che provengono da altre aree cittadine: la totale desertificazione della zona tra Piazza Cahen e il Teatro, la regolamentazione del traffico della zona medioevale, il traffico pesante tra Orvieto scalo e Sferracavallo, per citarne solo alcuni. I problemi urgenti da risolvere sarebbero numerosi ma si preferisce continuare ad infierire su un area assolutamente strategica per la vitalità economica e sociale della città mostrando scarsa capacità politico-amministrativa e, soprattutto, lungimiranza.
Ciò che si dovrebbe considerare è che il primo problema che riguarda il centro storico è la desertificazione residenziale, che nasce sia dalla mancanza di servizi che dalla difficoltà di accessibilità. Tempo, idee, risorse andrebbero pertanto investite sulla definizione di un progetto capace di coniugare residenzialità e turismo, commercio e servizi, piuttosto che su discutibili interventi sulla viabilità e la sosta, adottati in tempi diversi e senza aver considerato che avrebbero diviso in due la città impedendone così la piena fruizione. Siamo del parere che il centro storico non debba essere considerato come mero bene turistico ma soprattutto come luogo degno di essere abitato e vissuto pienamente.
Ciò che è stato fatto fino ad oggi rende di fatto il centro storico poco competitivo in termini di vivibilità e accessibilità e indebolisce, contestualmente, l’intero territorio orvietano che, come detto più volte, si arricchisce e si valorizza proprio dalla duplice dimensione del Centro storico: soggetto attivo come centro di interessi e servizi per la popolazione residente e del territorio da una parte e oggetto di attenzione da parte del mercato turistico dall’altra.
Alla luce di quanto sta accadendo riteniamo urgente un cambio di marcia prima che le conseguenze diventino irreparabili e una chiara presa di posizione da parte di chi non condivide questa testarda e confusa impostazione. Chiediamo la riapertura del QSV, inspiegabilmente chiuso senza che i lavori fossero conclusi, come luogo di discussione affinché si arrivi all’elaborazione di un concreto progetto integrato di sviluppo che sappia ridare finalmente alla città il ruolo primario che merita”.