Temperature torride per un meteo da estate inoltrata fanno da leit-motiv alla prima giornata dell’Urban Vision Festival aquesiano. “Siamo giunti alla Terza Edizione”, sottolineano gli organizzatori UVT, “e non possiamo fare altro che ringraziare Comune di Acquapendente, Pro Loco, Officina Arti e Mestieri per il supporto logistico fornitoci oltre all’importante partnership Regione Lazio”. Archiviato il febbrile primo pomeriggio di ultimi preparativi, chi inizia il tour-giro poco dopo le ore 19.00 può vedere all’opera gli artisti “Street Art Wall”: l’australiano Fintan Magee, lo spagnolo Manolo Mesa e l’aquesiano Kadmeia. Due ore dopo inizia il “live pinting” (pittura dal vivo).
Urto, Rame 13, Florinda Zanetti, Ringo Tatoo Art straordinari “uber alles”. Un ora prima aprono i battenti le esposizioni visitatissime ben ampiamente dopo la mezzanotte: Urto-Rame 13-Miles a cura di Progeas Family ed in collaborazione con Street Levels Gallery, Andrea Noviello “Svaghi di bottega” (splendidi protagonisti per bravura Giorgio Ronca, Adriano Sapronetti, Piero Ottusi coordinati dalla locale Officina Arti e Mestieri), Dom Quiz, Claudio Di Maio, Tiziana Nucci, Michele Panfoli, Francesco Medori, Alessia Biondi, Fratelli Consoli, Abel Gutierrez, Alessandro Becattini, Diego Giamo, Daniele Del Sette, Mario Pieri, Maximiliano Chimuris, Marcello Mantegazza, Federica Bleve ed algoritmo meet urban Vision festival a cura di Serena Achilli ed Andrea Alessi. Stupenda l’ora di visual installatioN: da incorniciare per bellezza la mapping curata da Ied (Istituto Europeo di Design & Fake Factory che presentano 50 Years of Italian Beauty, Q2 visual, Micaela Bechini & Mauro Crivelli, Boca Design & Cesare Goretti). “Abbiamo deciso di animare il centro storico” sottolineano all’info-shop di Piazza Oberdan, “con street-art, site specific project, visual mapping, indoor art exposition, live music e rappresentazioni teatrali. Il tutto accompagnato da street-food ed eventi collaterali. Siamo contenti del risultato parziale ottenuto. E per l’ultima sera avremmo in serbo altre sorprese”.