di Massimo Gnagnarini
Il dott. Imbastoni mi vuole ricordare, sostanzialmente, che la bellezza e la cultura a Orvieto viaggiano intimamente collegate alla politica ovvero a quel sistema di relazioni che in questo, come in altri settori della nostra vita cittadina, si è radicato nel tempo in luoghi simbolo e considerati intoccabili dove si esplicano gli incarichi, le prebende e le gestioni di alcuni dei principali servizi comunali.
E’ una concezione che trova d’accordo trasversalmente tutti i partiti che hanno governato la città in alternanza o anche in tacito sostegno tra loro, gli stessi che anche in questa consigliatura fanno sentire la loro voce per impedire o comunque rallentare il tramonto di quel modello di governance.
Tale andazzo ha prodotto, nel caso del Teatro Mancinelli, anche buoni risultati grazie alla qualità delle persone che se ne sono occupate, ma anche molti guai per l’insostenibilità delle scelte e dei compiti assegnati e spesso imposti loro proprio dalla politica e le cui conseguenze non poco hanno pesato e pesano sulla ormai, per fortuna, sventata rovina finanziaria del Comune di Orvieto.
Tuttavia questa forma autarchica di concepire la gestione culturale della nostra città ha influito nel rallentare ogni contaminazione e innesto di nuove esperienze e di realtà diverse non contribuendo di certo a rendere meno chiusa la società orvietana che ha invece urgente bisogno di aprirsi e di accettare la sfida di un mercato globale dove cultura e turismo sono un tutt’uno.
Con la cultura si mangia eccome…. caro dott. Imbastoni su questo siamo d’accordo.
Ma proprio per questo bisogna rispettare le regole.
Da qui le gare ad evidenza pubblica predisposte da questa Amministrazione per l’affidamento della gestione del Teatro Mancinelli, quella della Torre del Moro, quella della Scuola di Musica, quella del Pozzo di San Patrizio, quella del Palazzo dei Congressi e così via.
Cosa ci trovi lei di così tanto odiosamente ragionieristico e di poco #politicamentecorretto in questa diversa e più attuale concezione amministrativa della città non è chiaro. Anche perchè questo nuovo corso, la novità, che riguarda e si sostanzia nell’espletamento di gare pubbliche per l’affidamento dei servizi comunali, ha poco o niente a che vedere con scelte politiche a monte.
Si tratta semplicemente di applicare le norme e le regole amministrative vigenti che valgono in tutto il Paese compresa la città di Orvieto, almeno fino a quando non decidessimo di proclamarne l’indipendenza dallo Stato Italiano.vQuanto a una mia possibile prossima sindacaura si tranquilizzi che io non sono così abbastanza generoso e altruista.vCon stima ed amicizia.