Pendolari di nuovo sul piede di guerra. Il motivo della lettera inviata agli assessori, che pubblichiamo interamente di seguito, risiede nei nuovi orari previsti per l’estate a causa dei lavori infrastrutturali alla galleria dell’interconnessione pari di Orte Sud (direzione nord). Variazioni che comporterebbero alcune soppressioni e in alcuni casi il raddoppio dei tempi di percorrenza, su tutte le stazioni umbre e toscane della tratta Roma-Firenze.
Ecco il testo della lettera del Comitato Pendolari Roma-Firenze:
Gentili assessori,
scriviamo per rappresentare la grande preoccupazione di molti pendolari e cittadini circa le variazioni di orario previste per l’estate a causa dei lavori infrastrutturali alla galleria dell’interconnessione pari di Orte Sud (direzione nord). Tali variazioni a quanto si rileva al momento dall’orario pubblicato da Trenitalia, comporteranno alcune soppressioni e in alcuni casi il raddoppio dei tempi di percorrenza, su tutte le stazioni umbre e toscane della tratta Roma-Firenze.
Apprezziamo senz’altro l’impegno posto sin qui dalla Regione Toscana se non altro nell’ascoltare e vagliare le istanze degli utenti, mentre dobbiamo segnalare il nostro allarme per la latitanza e il silenzio della Regione Umbria su questo fronte. Non ci sono noti i termini degli accordi in merito fra Regione Umbria e RFI, ma considerando l’urgenza della questione sottoponiamo alla vostra attenzione in particolare le seguenti criticità e proposte:
1) treno IC 598: con la partenza anticipata di 50 minuti (dalla attuali 18.16 alle 17.25) non sarà più un treno utile per chi ha un orario di lavoro standard, ovvero fino alle 17.00. Inoltre la percorrenza prevista per il periodo estivo (1h e 56m per Orvieto; 2.19 per Chiusi; 2.37 per Terontola-Cortona) è incompatibile con la vita quotidiana ed equivale quasi alla soppressione del collegamento. Per non parlare del fatto che non ci sarebbe un treno per tornare verso Firenze per quasi due ore (17.25-19.04) e questo proprio nella fascia oraria di maggiore affluenza pendolare e tenendo presente che il treno delle 19.04 è un EN con solo 4 carrozze diurne. È facile immaginare le condizioni di sovraffollamento che verrebbero a crearsi. Chiediamo quindi che, almeno per il periodo interessato dai lavori, venga soppressa la fermata di Orte, in modo da garantire almeno un livello di servizio decoroso e in linea con i costi aggiuntivi già pagati dai pendolari abbonati IC;
2) treno IC 592, se venisse confermata la soppressione. Si tratta di un treno molto utilizzato da chi lavora part time (molti genitori che devono rincasare per seguire e accudire i propri figli) o da chi svolge turni lavorativi. Chiediamo quindi che il treno non venga soppresso e che possa percorrere la Direttissima senza l’uscita a Orte.
Se possiamo avanzare una proposta, dovendo mantenere un treno in più per Orte, noi suggeriamo senz’altro l’IC 596 e chiediamo invece di evitare la sosta a Orte e il conseguente anticipo del 598.
Ricordiamo che la riduzione dei viaggiatori pendolari nel mese di agosto non è certo così rilevante come un tempo e che quindi almeno due treni nel corso del pomeriggio che mantengano la percorrenza standard sono necessari a garantire un collegamento adeguato alle stazioni di Orvieto, Chiusi, Terontola-Cortona e Arezzo e relativi territori per il periodo estivo. Diversamente i territori dell’Orvietano, della Val di Chiana e della provincia di Arezzo verrebbero a trovarsi, in piena stagione turistica, sempre più isolati dalle aree urbane di Roma e Firenze, con il danno che si può facilmente immaginare su economie locali che hanno il proprio fulcro proprio nelle attività turistiche.
L’amministrazione regionale dell’Umbria, che produce un bellissimo spot per invitare a visitare le città umbre, dovrebbe forse fare un esercizio di coerenza e chiedersi quanti turisti si imbarcheranno in un viaggio di due ore da Roma per venire. Quanti troveranno conveniente soggiornare nelle belle, ma ormai remote, campagne umbre per spostarsi poi verso Firenze e Roma, quando per spostarsi bisognerà poi impiegare mezza giornata.
Comprendiamo ovviamente le esigenze di ammodernamento e adeguamento dell’infrastruttura, ma chiediamo che vengano almeno garantiti a cittadini e territori dei livelli minimi nel servizio di trasporto.