Il Partito dei Socialisti di Terni insieme alla sezione Orvietana, interviene in merito alla proposta di fusione avanzata dalla Bpb alla Cassa di Risparmio di Orvieto. Una proposta tra l’altro richiesta da tempo sia da Bankitalia che dalla BCE riguardante non solo Orvieto l’intero sistema creditizio nazionale e su cui la Fondazione dovrà prendere una decisione in tempi molto rapidi.
Di seguito la nota dei Socialisti:
L’accorpamento per fusione tra della Cassa di Risparmio di Orvieto e la Banca Popolare di Bari, che si starebbe compiendo in queste ore, è un fatto che preoccupa e che rischia di impoverire ancor di più il tessuto economico-imprenditoriale della città di Orvieto e del suo territorio. Ma al di là della questione prettamente tecnica, preoccupa soprattutto il modo con cui si sarebbe arrivati a questa soluzione.
Un percorso non condiviso con i cittadini, ma nemmeno, a quanto sembra, con le istituzioni locali a cominciare dall’amministrazione comunale. Insomma, Orvieto si ritrova senza la sua banca e senza che nessuno abbiamo potuto esprimere un proprio pare e questo il Partito Socialista lo ritiene inaccettabile. Ancor più inaccettabile se si pensa che la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto detiene (ma forse a questo punto possiamo dire, deteneva) il 26,43% delle quote azionarie della Cassa di Risparmio. Il processo di accorpamento necessitava di una partecipazione corale e con i passaggi istituzionali opportuni, anche per verificare eventuali percorsi alternativi per il bene della città. Le riunioni che si sarebbero svolte in giornata, stando alle indiscrezioni di stampa, risultano tardive e crediamo non più utili per garantire alla città di continuare ad essere titolare della sua storica banca.
I socialisti chiedono inoltre ai tre membri nel consiglio d’amministrazione di nomina della fondazione CRO cosa stanno facendo e chi rappresentano, si prevedono licenziamenti ? Crediamo che la città e i cittadini debbano sapere per il futuro di un patrimonio centenario di questa città. A questo punto il Partito Socialista chiede al sindaco Giuseppe Germani alla regione Umbria di intervenire presso la banca d’Italia ed il governo nazionale e relazionare, quanto prima, in Consiglio Comunale APERTO e mobilitare la città su quanto sta accadendo.