ORVIETO – Una riga rossa sul passato, il corteo storico ritorna alle origini. Ma non senza polemiche. Prima a tenere banco erano state le nomine “sofferte” del comitato di gestione Lea Pacini che hanno visto l’uscita “forzata” di alcuni personaggi che il corteo l’hanno sempre vissuto fino all’ultima goccia di sudore, come Alberto Bellini e poi la dubbia presenza dei popolani.
Presenza che, invece, dopo un duro braccio di ferro tra le associazioni Lea Pacini (che gestisce il corteo) e “Orvieto e Medioevo” (che si occupa della sfilata dei popolani), pare confermata nella sua naturale collocazione, ovvero prima della processione religiosa, ma drasticamente ridotta. Solo i figuranti con più di 14 anni. La versione ufficiale, sarebbero le nuove misure di sicurezza previste dalla “Direttiva Gabrielli” che impone regole molto rigorose per lo svolgimento di tutte le manifestazioni in cui è previsto un grande afflusso di persone e a cui anche il Comune di Orvieto ha dovuto adempiere.
Quindi, il corteo dei popolani sarà off limits ai bambini con età inferiore ai 14 anni a cui invece sarà riservata la partecipazione ad una coreografia sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea in uno spazio appositamente riservato ed allestito. Una misura che, come prevedibile, ha però trovato l’ostilità di molti genitori che, vista la situazione, hanno deciso di non partecipare al corteo dal momento che non possono farlo insieme ai propri figli. Secondo i bene informati, però, la direttiva sulla sicurezza c’entra poco o nulla.
Piuttosto, il motivo di questo drastico ridimensionamento, sarebbe da ricercare nei recenti screzi tra l’associazione che gestisce i popolani, presieduta da Nicoletta De Angelis e quella del corteo storico. Quest’ultima, infatti, così come recentemente spiegato dalla presidente di “Orvieto e Medioevo” nella lettera spedita al comitato di gestione Lea Pacini, avrebbe voluto far sfilare i popolani in fondo alla processione religiosa per eludere – questa la motivazione ufficiale – l’inevitabile spezzettamento tra i due cortei visto anche l’aumento cospicuo del numero dei popolani. Una decisione che pare risuonare un po’ come una manifestata volontà di rompere i ponti con il recente passato. Quindi, per cercare di salvare il salvabile e mantenere comunque la presenza della gente del popolo nella sfilata, il compromesso è stato proprio questo. Limitarne il numero “sacrificando” la presenza dei bambini la cui compostezza, come ovvio, non è facile da gestire durante la processione. E, a maggior ragione, durante una situazione di eventuale pericolo. Altri provvedimenti, al vaglio in queste ore verranno resti noti, di concerto con le organizzazioni, prima dell’evento previsto per domenica. E’ pressochè probabile che le stesse misure verranno adottate anche per i figuranti del corteo.
Di seguito la nota del Comune in merito alle misure sulla sicurezza: