Riceviamo da Cambiamento Progressivo per Primarie Pd e pubblichiamo :
Se non si parlasse di Politica, potrebbe essere una riproposizione epico – religiosa della nostra cultura atta ad evocare i migliori sentimenti, ma di questo si tratta e, nello specifico, di PD e di Primarie.
Poiché queste Primarie sono state indette con largo anticipo rispetto alla naturale scadenza temporale, dopo le dimissioni del Segretario nazionale, e dovendo celebrare il più alto atteggiamento “ Democratico “ del quale il Partito si vanta, sarebbe stato auspicabile un periodo un po’ più lungo, rispetto ai due mesi concessi, per potersi confrontare nei Circoli, nei Territori, in qualunque luogo fosse necessario ascoltare le difficoltà che gli iscritti denunciano nel confronto politico con i nostri elettori, ma non si è voluto concedere questo tempo, tutto in fretta per rieleggere il “capo”.
E si capisce il perché !
Perché il Segretario non si è dimesso dopo aver ammesso di aver stravolto un programma elettorale ed aver bruciato le riforme elettorali e costituzionali cucendo addosso a se un referendum che avrebbe dovuto incoronarlo “leader maximo”, ma per sottrarsi al processo che lo vedeva come primo imputato.
Ed è così che Renzi mette in discussione la sua leadership, con Primarie interne al Partito dove sapeva di avere una maggioranza indiscutibile e con Primarie Nazionali per le quali sta facendo di tutto perché vadano a votare il minor numero di persone, poco più che gli iscritti.
Da una parte si demonizza, con santa ragione, la Democrazia Diretta tanto cara ai Cinque Stelle, ma dall’ altra se ne auspicano gli effetti !!!
Così come per i candidati alle Primarie:
Con un solo candidato, Renzi, non si sarebbero celebrate ed ecco, allora, che il Ministro Orlando, quanto di più “renziano”si possa trovare nella schiera di politici riconoscenti a Renzi stesso, si candida ed insidia la vittoria dell’altro.
La farsa non si è consumata: Il terzo incomodo, Emiliano, a sorpresa, prima pensa di uscire da questo Partito, ma poi si mette in mezzo e rende la competizione, almeno nell’ apparenza, una cosa più seria, veramente democratica.
Chi è Michele Emiliano?
Un Magistrato, il Presidente della Regione Puglia, uno che si batte per la tutela per l’Ambiente, uno di sinistra che predica uguaglianza e giustizia sociale e che mette in pratica i suoi principi come uomo e come Politico impegnato nella vita pubblica, un vero riformista che desidera modernizzare questo paese senza rischiare derive populiste nelle quali molti sembrano inciampare, è un politico che crede nel dialogo interparlamentare e che porge la mano a chi ha idee diverse dalle sue senza demonizzare l’avversario.
Non è un Santo, ma uno coerente con quello che professa, un vero “politico di sinistra” come non ce ne sono più, ormai.
Un outsider, uno che vuole ottenere un ruolo importante ed imprescindibile nel futuro assetto del Partito Democratico a lui caro, uno che se non riesce a diventare Segretario vuole, quanto meno, incidere nei futuri programmi politici del PD.
Non ha Dirigenti di Partito al suo seguito, né Sindaci, né segretari di Circoli sparsi sul Territorio Nazionale, tranne che al Sud, soprattutto in Puglia, ma ha deciso di fondare il suo Comitato Elettorale lo stesso, dal nulla, accettando le adesioni più disparate da dirigenti ed iscritti sconosciuti agli ambiente del potere locale, gente che la pensa come lui e che non ne può più di carrieristi con poca morale civile che hanno fatto carriera con la politica e che a questa chiede di procrastinare il proprio futuro.
Chi sta con Michele Emiliano si è, dichiaratamente, messo contro l’establishment del Partito e lo fa nella speranza di togliere certezza di carriera a chi fa della politica un mestiere sine die.
In Umbria, dopo l’affannosa rincorsa ad occupare le liste Renziane con la formazione di diversi comitati in ogni città e territorio, gli altri si sono “affossati” nella candidatura Orlando, il vecchio, il più compromesso, il nucleo più mestierante della politica pre PD, quelli che, da ex DS ed ex Margherita, cercano di occupare quella minoranza che da manuale Cencelli possa garantire loro posti e potere, provano a fare da spalla al Candidato forte, Renzi.
Non vogliono dare l’ impressione di sopportare il Leader, ma fanno da Supporters ! Sono politici navigati, il più delle volte con agende colme di ricordi di quanti favori hanno elargito durante la loro carriera e che sono sempre pronti a scontare queste cortesie con piccoli o grandi incarichi che riescano ad allungare i tempi del loro reddito, fino alla pensione, sono quelli che il primo Renzi e Civati avrebbero voluto rottamare ma che hanno finito con l’affollare le schiere dei tifosi del Premier, tout court !
A questi professionisti della Politica, Michele Emiliano non piace, lo sbeffeggiano, lo dipingono come populista !
In realtà sono questi i veri bersagli di Emiliano, sono quelli che nel recente passato, sia che stessero al Governo Nazionale che in Giunte Comunali, Provinciali o Regionali, hanno rallentato lo sviluppo ed hanno permesso la cementificazione del nostro Territorio, hanno chiuso gli occhi su Discariche ed Abusi edilizi, quelli che sono legati alle Lobbies economiche e di Potere e che a loro rispondono, quelli delle “trivelle”: sono quei politici che prendono tempo ma non prendono decisioni, rimandando a chi sta sopra di loro l’onere del problema, quelli che incalzano i Sindaci per ottenere posti in Giunta, ma che negano di averlo mai fatto, mesi dopo, visto che non hanno ottenuto quel che volevano, quelli che fanno dimettere Sindaci come Marino a Roma e consegnano la capitale ai Cinque Stelle che tanto criticano, ma ai quali continuano a regalare voti con il proprio comportamento.
Ad Orvieto come a Terni e Perugia, l’Apparato di Partito è tutto schierato con Renzi, in alcuni casi in più Comitati così da garantirsi un posto in Assemblea Nazionale, mentre gli esclusi dal “banchetto elettorale” si sono coperti dietro il paravento di Orlando, saranno minoranza, questuante si, ma minoranza presente.
Nessuno con EMILIANO ?
Nessun Amministratore in attività, nessun politico che aneli ad una carriera duratura, solo piccoli “Davide” che non se la sono sentita di farsi da parte, non avendo accettato queste regole del gioco.
A Perugia sono Capolista Domenico de Marinis, ex Assessore alla Provincia,ed il giovane universitario Andrea Marconi, mentre a Terni Federico Giovannini, Segretario del Circolo PD di Orvieto Centro.
Se la lista Emiliano riuscirà a farsi scegliere ed i voti per il Governatore della Puglia saranno cospicui, allora De Marinis, Marconi e Giovannini saranno eletti in Assemblea Nazionale e si troveranno in compagnia di Di Girolamo, Sindaco di Terni, e della Marini, governatore dell’Umbria, perché è questo il rinnovamento che propongono Renzi ed Orlando per la nostra Regione.
Il Congresso di Partito dovrebbe servire anche per rinnovare la classe dirigente, ma, evidentemente, in Umbria e nel nostro Territorio, per vedere un volto nuovo abbiamo dovuto vestire dei panni del biblico Davide, tre politici quasi sconosciuti ma di sicura serietà e di certa capacità di dialogo con la società civile.