ORVIETO – Nonostante le opposizioni e le osservazioni di Italia Nostra, degli Amici della Terra e di alcune sigle politiche, è arrivato il nullaosta al “Progetto di realizzazione di un nuovo fabbricato per la maturazione e lo stoccaggio del compost di qualità”. E’ del 18 gennaio, infatti, l’approvazione, da parte della direzione regionale Valutazioni ambientali, sviluppo e sostenibilità ambientale, dell’istanza presentata a novembre dello scorso anno dalla Sao Acea, ente gestore della discarica de Le Crete, con cui, sostanzialmente, si da l’ok alla realizzazione di un nuovo fabbricato per il recupero della frazione organica dei rifiuti prodotti.
Con la premessa che «il progetto non comporta impatti significativi e negativi sull’ambiente», non sarà sottoposto nemmeno alla procedura di Via (valutazione impatto ambientale) ma, semplicemente Sao si dovrà attenere ad alcune “indicazioni” come il colore del fabbricato e la grandezza.
Non sono certo dello stesso avviso gli ambientalisti che da anni si battono contro la discarica secondo cui «il progetto avrebbe dovuto essere approfondito perché l’impianto va a incidere su di una zona in cui l’equilibrio ambientale risulta già fortemente destabilizzato». Anche perché il nuovo fabbricato andrebbe ad aggiungersi ad un altro già esistente “di considerevoli dimensioni”.
«Questa Regione non ci rappresenta più» è il cartello alzato dal movimento SaveOrvieto che, dietro questo nuovo via libera, legge l’ambiguità di un atteggiamento che potrebbe lasciare aperta l’ipotesi di un nuovo ampliamento al terzo calanco.
«Correranno fiumi di camion pieni di monnezza, provenienti da qualunque parte, per fare il compost di qualità alla discarica Le Crete – commenta il Movimento – La Regione dell’Umbria e una classe politica che negli ultimi 30 anni non ha saputo mai dire un no secco al sacco di Orvieto, è come se avesse avallato l’idea che il futuro di una città come la nostra fosse legata ad un progetto di sviluppo che avesse al centro, non il nostro paesaggio, non le nostre ricchezze storiche e artistiche, non la nostra produzione tipica, non lo sviluppo turistico ma la monnezza».
Secondo il comitato, tutti i cittadini dovrebbero capire che quel progetto sul compost non è fattibile se non con l’acquisto di rifiuti fuori regione. «Devono capire che il business sarà solo per l’azienda e non il territorio. Un vero e proprio schiaffo, dunque, a tutta la comunità orvietana. Proprio per far luce sulla questione e per capire cosa succederà a Le Crete, a seguito della richiesta presentata dai consiglieri Tardani, Sacripanti, Olimpieri, Luciani e Meffi è stato convocato un consiglio comunale aperto per lunedì 6 febbraio alle 17.
Sono stati invitati la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, L’Assessore all’Ambiente della Regione Umbria Fernanda Cecchini, il Direttore Generale di Arpa Umbria Dott. Walter Ganapini, il Presidente dell’AURI Dott. Cristian Betti, il Presidente dell’ATI4 Ing. Roberto Spinsanti, l’Ing. Giovanni Vivarelli e il Dott. Roberto Piermatti in rappresentanza della Soc. ACEA, il Prof. Avv. Angelo Tuzza e il Dott. Agronomo Roberto Cavallo, questi ultimi in qualità di esperti, le Associazioni Ambientaliste “Save Orvieto”, “Amici della Terra” e “Italia Nostra”.