Riceviamo e pubblichiamo.
Il 24 maggio si è tenuta ad Orvieto, presso il Palazzo dei Sette, la riunione costitutiva del Comitato del NO al REFERENDUM COSTITUZIONALE che si terrà in autunno in Italia.
La riunione è stata presieduta dal prof Mauro Volpi, ordinario presso l’Università di Perugia e membro del Comitato Nazionale del No.
Presenti cittadini di tutti gli schieramenti politici ( PD, 5 stelle, Comunisti Italiani, SEL, Forza Italia) e singoli interessati al comitato.
Il prof Volpi ha illustrato le ragioni che hanno spinto tante personalità di orientamento politico ed elettorale molto diverso a ritrovarsi in questa battaglia.
Il relatore ha denunciato le limitazioni che i promotori incontrano, per non dire una vera e propria censura ed ha invitato i cittadini a firmare ( ad Orvieto i moduli sono presso il Comune) i referendum.
Il prof Volpi ha sostenuto che “Adesso che la riforma elettorale (Italicum) è stata trasformata in legge (L. 6 maggio 2015 n. 52) il discorso sul sistema elettorale del nostro Paese non è chiuso. Per l’Italicum si è voluto procedere a tappe forzate, ricorrendo addirittura alla fiducia, come avvenne nel 1953 per la legge truffa, evidentemente per nascondere sotto l’asfalto del decisionismo governativo le scorie tossiche (per la democrazia) del nuovo sistema ed evitare ogni reale dibattito.
E tuttavia, proprio com’è accaduto per il Porcellum, è l’insostenibilità costituzionale e politica del nuovo sistema che rende necessario riaprire il dibattito per far emergere le storture che devono essere corrette. La legge elettorale, lungi dal rappresentare un’asettica tecnica di selezione della rappresentanza, è il principale strumento attraverso il quale si realizza un ordinamento rappresentativo e viene data concreta attuazione al principio supremo posto dall’art. 1 della Costituzione che statuisce: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Orbene la Corte costituzionale, con una pronuncia storica è intervenuta nel campo del diritto elettorale, riconoscendo che anche questo terreno squisitamente politico deve essere coerente con i principi costituzionali e con diritti politici del cittadino. È da qui che bisogna partire per giudicare la sostenibilità del nuovo sistema elettorale.”
Al termine dell’incontro sono state raccolte le prime adesioni tra i presenti che si riuniranno tra qualche giorno per definire gli aspetti organizzativi della campagna referendaria.
Per le adesione si può usare anche la mail orvietovotano@gmail.com