di Dante Freddi
ORVIETO- Botti sì, botti no è il tema della querelle che sotto sotto striscia nel palazzo comunale e per le vie della città.
La settimana precedente il Natale sembrava che fosse già pronta un’ordinanza per vietare i “botti”, in risposta alla richiesta di mozione urgente presentata dal consigliere Flavia Timperi sul”utilizzo botti e petardi durante le festività di fine anno a tutela di cittadini ed animali”.
“Sarebbe un atto di civiltà che ormai stanno adottando molti comuni, consapevoli dei danni che provocano queste inutili e pericolose manifestazioni, certamente sostituibili con altre forme più “gentili” per accogliere il nuovo anno”- scrivevo a commento dell’iniziativa di Timperi.
La mia convinzione è sempre quella, che la gioia e il buon augurio si possono esprimere anche senza i “botti”, che sono banali scoppi, pericolosi per le persone, dannosissimi per gli animali, che ne risultano terrorizzati.
C’è anche chi, proprio per affermare la propria libertà di agire al di là delle decisioni dell’Amministrazione, un po’ per politica e un po’ per stupidità, ha annunciato grandi botti in piazza Duomo, proprio per scuotere un po’ i mosaici da poco restaurati. In un caso del genere ci auguriamo l’intervento della polizia e delle conseguenze esemplari per gli sparatori.
Ma sono soltanto chiacchiere e tutto andrà bene, che ci sia o no l’ordinanza sindacale.
Ma non tutte le decisioni hanno delle sfumature.
L’iniziativa di Flavia Timperi nasce da una persona colta e sensibile che si oppone ad abitudini rozze e bestiali, tipici atteggiamenti di chi non possiede parole e gesti per esprimere gioia, ma ha bisogno di rumore e forza.
A Orvieto non è stata compiuta alcuna precedente azione di sensibilizzazione e mi preoccupa un’ordinanza che presuppone il suo rispetto, il controllo della sua efficacia e le eventuali sanzioni per chi trasgredisce, che sono penali. Potrebbe risultare estemporanea e produrre controversie che diventeranno insanabili nel futuro. Potrebbe uscirne una sequela di denunce, documentate facilmente da foto, tale da non poterne calcolare le conseguenze.
Sono 850 i sindaci che hanno deciso NO BOTTI e, se hanno preparato tale scelta e sono in grado di farla rispettare, credo che abbiano compiuto la scelta giusta.
A Orvieto, forse, e lo affermo imbarazzato, questo 31 dicembre è l’occasione per iniziare un’opera di sensibilizzazione che potrà portarci con certezza, tra un anno, ad un consapevole e ineccepibile “divieto di uso di botti e petardi”.
Intanto appelliamoci al buonsenso di chi ce l’ha, perché germogli e attecchisca e contrasti la subcultura in estinzione del “botto” di fine anno.