Riceviamo questa nota da un cittadino di Porano che si firma “cittadino sconcertato”, ma di cui, ovviamente, conosciamo i riferimenti. Dalla sua lettera appare una delusione comprensibile per gli atteggiamenti assunti nel consesso civico poranese, soprattutto, sembra di capire, dal sindaco Cocco. Sulla mancanza di garbo abbiamo per scuola il Parlamento, dove vengono lanciate turpitudini linguistiche inimmaginabili per quel luogo, e quindi il metodo tende a fare proseliti e imitatori. Ma si tranquillizzi, normalmente dalle nostre parti gli atteggiamenti umani sono accettabili e forse, per Cocco, quello è stato un caso che gli ha fatto cedere qualche puntello che trattiene la azienza dei sindaci, che è grande, soprattutto nei nostri piccoli paesi e città.
Non conosco il caso specifico, ma il suo ragionamento è giusto e lo giriamo ai lettori.
Sono un semplice cittadino che, come tale, ha partecipato il 10/04 al consiglio comunale di Porano. Ciò che mi spinge a scrivere è quello che ho visto ed ascoltato in tale situazione; non voglio soffermarmi su i contenuti e sugli argomenti trattati, ogni cittadino avrà le proprie opinioni e trarrà le dovute conclusioni, ma su i modi che sono stati utilizzati. In particolare sull’atteggiamento che, anche in altre occasioni ho potuto notare, il primo cittadino assume; ho provato profonda indignazione nell’ascoltare come il signor sindaco si rivolge a chi la pensa ed esprime opinioni diverse dalle sue: gridare contro o sopra a persone che esprimono il proprio modo diverso di vedere le cose, rivolgersi all’altro dicendo ” ti ha mangiato il cervello il gatto..‘, non permettere e non accettare di esprimere liberamente, senza essere soggetti a grida, il proprio pensiero, credo che sia una cosa indecorosa a cui mi auguro di non assistere più.
Ma che messaggio si manda alle nuove generazioni, quando proprio nelle stesse istituzioni grandi o piccole, non importa, si assiste a tali scenari? Un sindaco che, come più volte fa, si vanta di esperienza e competenza non dovrebbe mai, ma credo nessuno di noi, assumere tali atteggiamenti. Ritengo che gridare e rivolgersi alle persone in maniera sgarbata sia un atteggiamento che non andrebbe mai assunto, neanche in un bar.
Invito quindi il sindaco, tra l’altro da me anche sostenuto, di non perdere, anche se a volte ci si sente spiazzati e colpiti, quell’educazione e quello stile che in molte altre occasioni dimostra di avere.
Cittadino sconcertato