Gruppo storico del pop–beat–rock italiano, i Dik Dik (nome di una gazzella africana) debuttano su 45 giri nel 1965 con “1-2-3”/“Se rimani con me”, ma è l’anno seguente, con il secondo 45 giri, “Sognando la California”, cover di “California dreamin’” dei mamas & Papas, che ottengono il primo vero successo.
Seguono “Il mondo è con noi”, altra cover dei Mamas & Papas, e nel 1967 “Senza luce”, cover di “A whiter shade of pale” dei Procol Harum, che raggiunge enormi risultati di vendite. Il 1969 li vede a Sanremo con “Zucchero”, mentre nello stesso anno è la suggestiva “Il primo giorno di primavera” a riportarli al vertice delle classifiche.
Nel 1970 un’altra partecipazione a Sanremo con “Io mi fermo qui” e un altro successo con “L’isola di Wight” (cover di “Wight is Wight” di Michel Delpech) li consacrano come uno dei migliori gruppi italiani. Nel 1972 scrivono “Viaggio di un poeta” seguita nel 1973 da “Storia di periferia” e nel 1974 da “Help me” (una sorta di riscrittura di “Space Oddity” di David Bowie).
Tra fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta con l’apprezzamento del pubblico riscontrato in trasmissioni-amarcord come Una rotonda sul mare, i Dik Dik tornano al successo e questo revival degli anni Sessanta li riporta alla ribalta tanto che, nella formazione originaria a tre (Montalbetti, Salvaderi e Sbriziolo, ovvero Pietruccio, Pepe e Lallo), continuano l’attività dal vivo riproponendo ai propri fans l’emozione dei loro successi e di quelli del caro amico Lucio Battisti.