ORVIETO – E’ stata decapitata probabilmente nella notte da un gruppo di ragazzi. Si tratta della sagoma di Ippolito Scalza posizionata dall’Istituto Storico Artistico Orvietano nel quarto centenario della sua morte in prossimità dei luoghi che lo hanno visto all’opera. Venti, in tutto, le sagome collocate sulla Rupe in occasione del progetto di comunicazione: IPPOLITO SCALZA 1617/2017 promosso dall’ISAO / Istituto Storico Artistico Orvietano in collaborazione Opera del Duomo di Orvieto, Comune di Orvieto e Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. La sagoma che è stata presa di mira dai vandali è quella posizionata in via Luca Signorelli. Al momento, sonosciuti gli autori del gesto anche se, alcuni testimoni, hanno riferito di aver visto aggirarsi nella zona un gruppo di ragazzi.
L’immagine simbolo scelta per rappresentare o scultore è quella di San Tommaso Apostolo. “Questa immagine/simbolo – spiega l’Isao – non poteva essere che un testimone d’eccezione: il perfetto autoritratto dello scultore, ovvero la statua marmorea di San Tommaso Apostolo che lo Scalza finì di scolpire nel 1587 e che fu subito collocata in Duomo, come terzo apostolo del ciclo che si completò solo agli inizi del ‘700. Che il San Tommaso sia il veritiero autoritratto dello Scalza, oltre alla testimonianza del suo discendente Paolo Ippolito, ne dà piena conferma un altro autoritratto del solo volto, che Scalza aveva modellato in argilla come bozzetto per la scultura in marmo. Questa immagine dello Scalza che indica i venti luoghi delle sue opere è quindi davvero ‘viva’: infatti, seguendo un’antica tradizione, Scalza rappresentò l’apostolo Tommaso nelle vesti di un architetto, cioè se stesso, chiaramente individuato dagli strumenti di lavoro che ha in mano (matita, pennello, compasso, squadra e righello graduato) e a terra, vicino ai piedi (quadrante e bussola)”.
Sulla sagoma della statua compare l’iscrizione IPPOLITO SCALZA 1617/2017 a memoria del centenario dell’architetto orvietano; il riferimento al sito www.isao.it rimanda gli interessati al sito on line dell’Istituto Storico Artistico Orvietano che fornisce – opera per opera, secondo la numerazione riportata sulla sagoma stessa – molte informazioni ed ogni scheda è corredata da una o più fotografie. E’ presente anche il Q-Code del sito, attraverso il quale, con uno Smartphone, si raggiunge facilmente il sito dell’ISAO e quindi le schede delle opere.
Nel sito è pubblicata anche una mappa di orientamento della città di Orvieto con la localizzazione e le relative numerazioni di tutti i venti siti, ed una breve biografia dell’artista e le motivazioni dell’iniziativa.
“Questa iniziativa è il frutto di un lavoro convergente con altri importanti attori del panorama culturale orvietano – conclude l’Istituto Storico Artistico Orvietano – cioè l’Opera del Duomo che ha in programma altre iniziative per la ricorrenza, e che ha permesso l’uso delle immagini di opere di sua proprietà; il Comune di Orvieto che ha dato il suo assenso alla collocazione delle sagome sul suolo pubblico, e che con le sue maestranze ha eseguito la messa in opera della parte metallica delle sagome, e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, il cui contributo è stato essenziale: sensibile come sempre alle iniziative culturali che possano far conoscere Orvieto e tutto quanto collegato alla città, specialmente gli artisti orvietani, ha finanziato la quasi totalità della spesa”.