Una decisione estrema: un ragazzo di 28 anni si è ucciso con il gas della stufetta, in casa nell’Orvietano. Una fine già tragica di per sè se non fosse che il giovane era da tempo al centro di una indagine per aver abusato sessualmente di una bambina di appena otto anni – una mattina, all’alba, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, quando l’aveva fatta salire in auto con una scusa mentre la madre era malata. Le indagini non erano ancora concluse ma la magistratura aveva disposto che il ragazzo dovesse stare lontano dalla bambina e dalla sua famiglia: era legato sentimentalmente alla madre della bimba che era separata.
Indagini in corso, tanto che anche alla madre era stata sospesa temporaneamente la patria potestà sulla figlia, affidata al padre, residente nel perugino. Una bimba violata, una madre con una vita già non facile che si è trovata in mezzo tra il dolore della figlia e il tradimento più grande da parte dell’uomo con cui sperava di ricominciare una vita. Infine la decisione da parte del giovane coinvolto nella drammatica storia di violenza alla bimba, di farla finita.
Le indagini su di lui erano agli inizi: era stata sentita la piccola, poi affidata al padre e gli investigatori stavano cercando di capire il livello di coinvolgimento del giovane compagno della madre della piccola. Lui, probabilmente, ha preferito non aspettare il verdetto. Ad allertare i soccorsi, ieri mattina, sarebbe stato il forte odore di gas che proveniva dalla sua camera. I primi ad entrare sono stati i Vigili del Fuoco di Orvieto e i carabinieri che avrebbero trovato l’uomo nella sua camera da letto ormai morto con un sacchetto di plastica in testa e un tubo da cui avrebbe aspirato il gas dalla stufetta per il riscaldamento. Non era la prima volta che aveva tentato il suicidio. Già qualche giorno fa aveva provato a tagliarsi le vene.